Il Leone della Tribù di Giuda

Il Leone della Tribù di Giuda
Apocalisse 1:7 Ecco, egli viene con le nuvole; ed ogni occhio lo vedrà; lo vedranno anche quelli che lo trafissero, e tutte le tribù della terra faranno cordoglio per lui. Sì, Amen. Apocalisse 1:8 Io son l’Alfa e l’Omega, dice il Signore Iddio che è, che era e che viene, l’Onnipotente...... Maranathà, Gesù viene...

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sabato 10 dicembre 2011

"Buon Samaritano" - Un altro pomeriggio a conquistar anime :))

A Piazza Vanvitelli con il gruppo Buon Samaritano, guidato dal Diacono Massimo Menditto. Alla chitarra Isaia Nappa.
Ricordandoci che la Parola di Dio non cade mai a vuoto...

venerdì 2 dicembre 2011

La Telefonata

Una sera ho ricevuto una telefonata da un caro amico. 
Mi ha fatto molto piacere la sua telefonata e la prima cosa che mi ha chiesto è stata: “Come stai?” Non so perché gli ho risposto: “Mi sento molto solo”
“Vuoi che parliamo?” Mi disse.
Gli ho risposto di si, e mi ha subito detto: “Vuoi che venga a casa tua?”

giovedì 1 dicembre 2011

E' PIU' DI UN LAVORO - Dal Calendario 2010, Più che Vincitori

Colossesi 3:23
E qualunque cosa facciate, fatelo di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini


E' PIU' DI UN LAVORO
Un ragazzo entrò in una stazione di servizio e domandò all'incaricato se c'era un telefono pubblico.
L'uomo gli mostrò dov'era 
e il ragazzo subito si diresse in direzione del telefono. Digitò un numero e gli rispose un uomo che disse: "In cosa posso esserle utile".

Il ragazzo rispose "Sono un giovane onesto ed un buon lavoratore, potrei lavorare con voi?"

venerdì 25 novembre 2011

L’anello prezioso: le nostre vite davanti a Dio!


Uno studente andò dal suo professore con un problema: “Mi sento una nullità, non ho la forza di reagire. Dicono che sono un buono a nulla, che non faccio niente di bene, che sono un idiota. Come posso migliorare? Che posso fare perché mi stimino di più?”
Il professore senza guardarlo rispose: “Mi spiace, ragazzo, ma ora non posso aiutarti. Devo prima risolvere un problema mio. Poi, forse.” E facendo una pausa aggiunse: “Se mi aiuti, posso risolvere il mio problema più rapidamente e poi forse posso aiutarti a risolvere il tuo...”

"Il Buon Samaritano" va in piazza

Il Buon Samaritano come ogni sabato pomeriggio va in piazza, alle 16.30. I gruppi di evangelizzazione, guidati dai Diaconi Luigi Petrosillo e Massimo Menditto si ritrovano nelle piazze della città di Caserta, per ora, per portare una parola d'amore, dell'amore di Dio a quanti vorranno ascoltare. 
L'Evangelo lasciatoci da nostro Signore Gesù ancora grida del Suo sacrificio e del Suo amore e desidera essere raccontato per la salvezza di molte anime...Noi siamo i Suoi Testimoni su questa terra...Alleluja che grande onore, alla gloria di Dio!

mercoledì 16 novembre 2011

Una parola al giorno - Il regno dei Cieli è dei Violenti


Dal calendario Evangelico, (Giovedì 10 aprile 2010)
"Allora alzerai la fronte senza macchia, sarai incrollabile e non avrai paura di nulla"(Giobbe 11.15) 

Il Giovane e il Paracadutista

Un giovane turista stava sulle spiagge di cancun perchè per la prima volta doveva lanciarsi con il paracadute. Il turista era lagato al paracadutista e pensava: "Se il paracadute non si apre sprofonderò in acqua, non so nuotare...".Anche se aveva paura decise però di continuare e confidare, pur nell'incertezza, sapeva infatti che era una nuova esperienza ed era normale avere paura.
Tutto era pronto per il lancio, così in pochi minuti era per aria ed emozionato disse: "E' così facile e divertente che voglio godere al massimo di questa bellissima vista del cielo".

Cosa possiamo imparare da questa piccola storiella? Beh, E' normale avere paura di qualcosa che non si conosce, l'immaginazione crea molti fantasmi infatti, ma i fantasmi non esistono, li auto-creiamo noi!
 Quanti di noi evitiamo di fare esperienze nuove perchè abbiamo paura delle cose sconosciute? Quante paure immaginarie hai accumulato durante la tua vita che non ti hanno permesso di essere felice e di vivere e conoscere cose, persone e fatti nuovi?

Questo è un invito a guardare nel nostro passato, scopriremo che tutte quelle cose di cui avevamo paura non sono mai accadute, oppure che, quando infine le abbiamo vissute, abbiamo sperimentato qualcosa di unico e piacevole, abbiamo imparato nuove cose, abbiamo conosciuto meravigliose nuove persone.Che cosa ostacola allora il raggiungimento dei nostri sogni, delle nostre mete? sarà la gente che ci circonda, l'ambiente, le sensazioni? Quasi sicuramente ciò che ci ferma sono invece inesistenti fantasmi.Dio non desidera che noi viviamo nella paura,  «Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza» (2Tm 1,7). Ricevete lo Spirito Santo e siate forti nella fede, andate avanti, sperimentate nella saggezza e nel discernimento, osate pure, alla luce della Parola di Dio.... “il regno dei cieli è preso a forza e i violenti se ne impadroniscono.” ( Mt 11, 12) 

martedì 15 novembre 2011

Una parola al giorno: Appassionato o apatico?

dal calendario "Più che Vincitori" 2011 - 3 novembre - 
"Come il Padre mi ha amato, così anche Io ho amato voi, dimorate nel mio Amore"

(Giovanni 15:9)

Appassionato o Apatico
"La persona che non ha passione per quello che fa, non può godere della bellezza della vita".

Molti vogliono avere successo e vittoria nella propria esistenza, ma pochi si rendono conto che per averli c'è bisogno di metterci passione. Le persone vivono spesso una vita mediocre, non conoscono l'eccellenza, si aspettano che le cose succedano da sole, non si muovono per raggiungerle, non si sforzano. Cadono così in frustrazione, tristezza e depressione!
Ma eccellenza non significa perfezione, piuttosto essere il meglio di quello che possiamo. Non è una dote che hanno in pochi, essa è dentro di noi, bisogna solo tirarla fuori. Eccellenza significa amare quello che si ha, quello che si fa, quello che si vuole.


La funzione dell'uomo è vivere, non esistere, questo è un dato di fatto! Se vuoi veramente che il tuo lavoro, i tuoi rapporti e le tue attività possano prosperare devi impegnarti, metterci passione, non c'è altra via. L'apatia è la chiave del fallimento.

Anche nel nostro rapporto con Dio c'è bisogno di passione! Una relazione che non viene alimentata con amore, dedizione ed intimità è destinata per certo a fallire, a finire.
Dio desidera che noi gli dedichiamo un pò del nostro tempo tutti i giorni, che gli diciamo che Lo amiamo e che abbiamo bisogno di essere ripieni del Suo amore e del Suo Santo Spirito (ciò non significa non lavorare o astrarci dal mondo, questa sarebbe religiosità non certo eccellenza).

Rinuncia all'apatia, CONCEDITI UNA VITA DI PASSIONE. Passione è amare Dio più di ogni altra cosa. Egli ti cerca e ti aspetta per cambiare la tua vita e concederti giorni travolgenti di amore, relazioni sane e piene, insegnamenti, conoscenze, nuovi amici, nuovi traguardi.

giovedì 22 settembre 2011

Fertilizziamo il mondo! - Culto di giovedì 22 settembre


Marco 4

1 Di nuovo si mise a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva. 2 Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: 3 «Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare. 4 Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. 5 Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era molta terra, e subito spuntò perché non c'era un terreno profondo; 6 ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. 7 Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. 8 E un'altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno». 9 E diceva: «Chi ha orecchi per intendere intenda!».
10 Quando poi fu solo, i suoi insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli disse loro: 11 «A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole, 12 perché:
guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano,
perché non si convertano e venga loro perdonato
».

13 Continuò dicendo loro: «Se non comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre parabole? 14 Il seminatore semina la parola. 15 Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l'ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro. 16 Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia, 17 ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono. 18 Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, 19 ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l'inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto. 20 Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l'accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno».
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Fertilizziamo il mondo (predicazione di Enzo Di Giuseppe)
La parabola suddescritta ci parla del SEME, vale a dire la PAROLA DI DIO. Il Seminatore è Gesù, ma lo siamo anche noi stessi. Il Seme, la Parola, viene sparso su differenti terreni, ma non sempre attecchisce e i motivi sono tanti e disparati, ma soprattutto, il pericolo sta nel sopraggiungere del maligno che, se il seme/parola non radica subito, bene e profondamente, farà tutto il suo possibile per "rubare" e portar via il seminato...

Ma non tutti coloro che si sono persi per strada, o che hanno indurito il cuore, o che si sono fatti soffocare dalle spine, perderanno l'opportunità celeste...per ovviare a questa possibilità c'è infatti bisogno di utilizzare del fertilizzante, un prodotto che spinga la crescita,  la potenzi, la velocizzi, la sostenga. Il fertilizzante ha ovviamante bisogno del fertilizzatore, eccoci chiamati in causa: fertilizzare è la parola chiave, fertilizzare con una telefonata, con una parola al momento opportuno, con una visita, con l'impegno di un pò del nostro "tanto prezioso" tempo....Quella goccia di fertilizzante farà miracoli, otterrà risultati che nemmeno immaginiamo, e questo non solo con le anime nuove che hanno bisogno di essere CONTINUAMENTE  fertilizzate, ma anche con coloro che sono rimasti per strada, sulla roccia, sotto le spine. Richiamiamo i fratelli e le sorelle che non stanno più venendo in chiesa, facciamoci sentire da loro, che avvertano il nostro amore, la nostra comprensione, il nostro fertilizzante li risolleverà.

E che dire del fertilizzante da usare con quei fratelli e sorelle che sono abbattuti, scoraggiati, soli, messi da parte, un pò "invisibili", con loro il nostro fertilizzante è l'amore. Attenzione però a non SIMULARE l'amore, fatto solo di sorrisini dopo il culto, e pacche sulle spalle seguiti da un completo disinteresse. Dimostriamolo questo amore, d'altra parte un amore non palesato difficilmente è amore.

Fertilizziamo con la gioia, con l'allegrezza, con la buona volontà. Il non amare fa soffrire prima noi e il non essere amati non è previsto nelle nostre chiese, nelle famiglie cristiane. Impegniamoci dunque a "fertilizzare", se anche un fratello o una sorella non ci piace del tutto, fertilizziamo allora noi stessi con la preghiera e chiediamo al Padre Nostro che tutto conosce, di bruciare ogni radice velenosa che infetta il corpo di Cristo.
Utilizziamo anche l'insetticida contro il nemico delle anime nostre, vale a dire la preghiera, molto può la preghiera del giusto fatta con efficacia! <3



Il nostro interesse, l'amore per gli altri è il fertilizzante, l'unico fertilizzante. La preghiera invece è l'insetticida contro ogni insidia e attacco. E così, anche quelli che sembravano non essere cresciuti nella semina, giungeranno al terreno produttivo, arato, innaffiato, curato, fertilizzato e come dice la Parola, porteranno frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno!!!
DIO CI BENEDICA!

martedì 20 settembre 2011

La Chiamata - Culto domenica 11 settembre



Matteo 4:18-20

Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono.
Gesù stava passeggiando quando vide questi due uomini alle prese con le reti e li scelse, in un attimo. Li chiamò in pratica, li scelse e li chiamò ad una vita nuova, completamente diversa, ma non facile, anzi, difficile, ma anche piena di onori....A quale chiamata dunque abbiamo risposto noi? Qual'è la chiamata che Dio ha posto sulla nostra vita?Di certo il Signore ci ha chiamati a seguirlo e soprattutto a FARE DELLE SCELTE. Non possiamo seguire Gesù infatti senza operare delle scelte ben precise, a scegliere un percorso personale assolutamente diverso dagli altri, in pratica ci ha chiamati ad una vita santa. Gesù disse: siete pescatori di pesci, io vi farò pescatori di uomini vivi! Se la nostra vita è dunque arresa al Padre, la chiamata resterà viva in noi e soprattutto ricca di benedizioni, perchè, ricordiamolo, le benedizioni di Dio non sono per tutti ma sono per i figli Suoi. Ma torniamo al testo, quando Dio scelse Pietro e Andrea non fece loro alcuna promessa, li chiamò solo, perentoriamente, eppure essi lo seguirono senza esitare, trascinati da una volontà più forte di loro, di servire e amare quell'uomo che li stava chiamando.


Quanto a noi invece, al contrario, Gesù ci ha riempiti di promesse, promesse vive e veraci che Dio non vede l'ora di attuare nella nostra vita. Che privilegio che abbiamo rispetto a Pietro e Andrea, loro seppero intuire che stava accadendo qualcosa di estremamente importante e noi, cosa riteniamo sia più importante per il bene della nostra vita? L'Eterno ha bisogno di uomini e donne coraggiosi, che hanno questo sentimento "avventuroso", uomini e donne che lasciano tutto dietro sè per Lui, per amarLo, servirLo e farsi amare da Lui, e di certo ne acquisteranno cento volte tanto. Sforziamoci di lasciare, sforziamoci di avvicinarci a Dio, se facciamo un solo passo verso il Signore, Egli ne farà cento verso di noi. 

Questo passo ci consente una giusta riflessione, soffermiamoci e poniamo a noi stessi delle domande: - Sto servendo il Signore? - Ho messo il Signore al primo posto?
- Cosa devo "lasciare" per rispondere ogni volta alla chiamata di dio?Dio dice ad ognuno di noi: SEGUIMI! Se Egli è vivo nella nostra vita, se conserva la priorità sui nostri desideri, affetti, necessità, se sappiamo abbandonare le cose superflue di questa vita per onorarLO, allora NON TEMIAMO, EGLI, JEOVA JAIRA, PROVVEDERA' A TUTTI I NOSTRI BISOGNI. Rinnoviamo con Gesù la nostra chiamata: cosa ci ha chiamati a fare il Padre? Dove ci ha chiamati ad operare, con chi? Essere Chiamati dall'Eterno è il più grande e importante onore che un uomo possa ricevere. Non perdiamo l'occasione di essere viventi in CRISTO!!!
Dio ci benedica.

martedì 6 settembre 2011

La fede che vince tutto - Culto di Domenica 3 settembre

Atti degli Apostoli 27: 20-35

Più giorni passarono senza veder né sole né stelle; la tempesta infuriava su noi; già perduta era ogni speranza di salvarci.
21 E poiché si stava da un pezzo senza prender cibo, Paolo, ritto in mezzo a quelli, disse: «Uomini, bisognava darmi ascolto, e non partire da Creta; vi sareste risparmiati questo strapazzo e questo danno.
22 Ma ora vi conforto a star di buon animo, giacchè nessuno di voi perirà, e solo la nave andrà perduta.
23 Mi è apparso proprio questa notte un angelo di quel Dio, di cui io sono e a cui servo,
24 dicendomi: - Paolo, non temere; tu devi comparire dinanzi a Cesare; ed ecco, Dio t'ha fatto dono di tutti quelli che navigano con te.-
25 Perciò, uomini, fatevi animo, perché ho fede in Dio che avverrà così, come m'è stato detto.

La Fede che vince tutto
L'Apostolo Paolo stava recandosi a Roma per presentarsi a Cesare, ma una gran tempesta infuriava sul mare e sulla nave. Tutto l'equipaggio era in preda al panico e Paolo fu costretto ad affermare che se gli avessero dato ascolto (nel capitolo precedente Paolo infatti ammonisce dal partire) non si sarebbero trovati in pericolo.
Il paragone con le nostre vite è evidente: non sappiamo mai da quali pericoli Dio ci scampa, solo Lui infatti conosce il futuro e cosa c'è dietro l'angolo, dunque non ribelliamoci ai Suoi consigli, non siamo ribelli alle Sue indicazioni, perchè non sappiamo, ma Lui sì, a cosa potremmo andare incontro.
Spesso per raggiungere un obiettivo siamo disposti a tutto, ci facciamo le nostre ragioni, e commettiamo, il più delle volte numerosi errori, se invece ci facessimo guidare, volti alle scelte indicate dal Padre saremmo per certo agevolati anche nel cammino della vita, con decisioni più sagge, controllate, che arrivano per certo, in porto.
A Paolo però appare un angelo che lo rassicura sul destino della sua vita e dell'equipaggio, e questo perchè nonostante l'ostacolo, Dio aveva già preparato un piano per l'apostolo di Tarso, e quel progetto doveva compiersi.
Ugualmente per noi, il Signore ha un piano ben preciso per le nostre vite e se la promessa di Dio non si adempie, spesso è perchè siamo proprio noi a deviarne la rotta prevista da Dio stesso.
Paolo duqnue avvisa la ciurma: "Non temete uomini,
state di buon animo, giacchè nessuno di voi perirà, e solo la nave andrà perduta.....ho fede in Dio che avverrà così, come m'è stato detto".
Fede. Noi abbiamo questa fede? O più semplicemente, abbiamo fede? Quando infuria la tempesta riusciamo
 a restare saldi, attaccati alla Parola e alla promessa di Dio? Se pure noi siamo fedeli, per certo Egli ci aiuterà e non ci abbandonerà, e questo è un fatto sicuro!
Certo, l'aiuto di Dio lo riceviamo anche quando sbagliamo e ritorniamo a Lui, a quel punto però il percorso è stato deviato e rallentato e ci vorrà più tempo per raggiungere la meta, ma Dio porterà a termine quell'opera. Ci ama talmente che non rinuncerà a compiere il Suo piano per la nostra vita.
Io ho fede in Dio e credo nel Suo certo intervento. Dillo anche tu!
Dio Ci benedica

venerdì 2 settembre 2011

Le Città Rifugio di Israele - Giovedì 1 settembre 2011

Giosuè capitolo 20: 1-9
Poi il Signore disse a Giosuè:
« Parla agli Israeliti e dì loro: Stabilitevi le città di rifugio, delle quali vi ho parlato per mezzo di Mosè, perché l'omicida che avrà ucciso qualcuno per errore o per inavvertenza, vi si possa rifugiare; vi serviranno di rifugio contro il vendicatore del sangue.
L'omicida fuggirà in una di quelle città e, fermatosi all'ingresso della porta della città, esporrà il suo caso agli anziani di quella città; questi lo accoglieranno presso di loro dentro la città, gli assegneranno una dimora ed egli si stabilirà in mezzo a loro.
Se il vendicatore del sangue lo inseguirà, essi non gli daranno nelle mani l'omicida, perché ha ucciso il prossimo senza averne l'intenzione, senza averlo prima odiato.
L'omicida rimarrà in quella città finché, alla morte del sommo sacerdote, che sarà in funzione in quei giorni, comparirà in giudizio davanti all'assemblea. Allora l'omicida potrà tornarsene e rientrare nella sua città e nella sua casa, nella città da dove era fuggito ».
Consacrarono dunque Kades in Galilea sulle montagne di Nèftali, Sichem sulle montagne di Efraim e Kiriat-Arba, cioè Ebron sulle montagne di Giuda.
Oltre il Giordano, a oriente di Gerico, stabilirono Bezer della tribù di Ruben, nel deserto, sull'altipiano; Ramot in Gàlaad nella tribù di Gad e Golan in Basan, nella tribù di Manàsse.
Queste furono le città stabilite per tutti gli Israeliti e per lo straniero che abita in mezzo a loro, perché chiunque avesse ucciso qualcuno per inavvertenza, potesse rifugiarsi e non morisse per mano del vendicatore del sangue, prima d'essere comparso davanti all'assemblea.



Le sei Città Rifugio di Israele
Leggendo la Bibbia - questo incredibile e meraviglioso Libro ricco di ogni insegnamento e storia - ci accorgeremo che Dio ha davvero pensato a tutto, cercando compatibilmente con quello che erano i tempi storici e la volontà e personalità delgli uomini, di non lasciare nulla al caso. Ci spieghiamo meglio, in questo passo che avete appena letto, si racconta di sei città, in Israele, tra le 48 stabilite, costituite ad utilizzo esclusivo dei rifugiati per delitti involontari, quelli che chiameremo oggi, omicidio colposo. Non trovate sia incredibile?
Il Signore che conosceva le nostre vite e la fallibilità degli eventi umani, aveva addirittura previsto dei luoghi di rifugio per quegli uomini che pur avendo commesso un delitto non se ne erano però macchiati volontariamente, ma egualmente avrebbero potuto ricevere la "giusta" vendetta di un parente prossimo, altresì detto il "vendicatore del sangue", per quanto accaduto.
Dio aveva dunque pensato preventivamente a difendere colui che aveva sbagliato senza volerlo macchiandosi di un grave delitto. Non possiamo non vedere in questo la misericordia e l'amore di Dio verso il Suo popolo che non voleva lasciare l'uomo senza una via di scampo per un errore -  seppur gravissimo - ma non voluto.
Queste città, come abbiamo detto, erano sei, tutte poste sulle alture e ben visibili, poste le une accanto alle altre e raggiungibili in un giorno di cammino a piedi da tutto il territorio. I loro nomi come vedrete, hanno tutti un significato importante e profondo, a dimostrazione, se fosse possibile, ancora una volta che il Signore aveva già preordinato
 ogni cosa per il bene dei figli del suo popolo...come del resto sempre accade nel corso della nostra vita.
Queste le citta:

1) Kades
2) Sichem
3) Ebron
4) Bezer
5) Ramot
6) Golan
- Il significato della prima città è SANTO, il primo attributo di Dio. Un rifugio presso il Santo dunque, dove trovare accoglienza e ospitalità.
- La seconda città significa SPALLA. Vale a dire l'appoggio, il sostegno, la sicurezza di un asilo. Ma anche spalla come il dorso di Gesù che ha caricato su di sè tutti i nostri errori e i nostri peccati...
- Il terzo nome significa COMUNIONE. Il riferimento è chiaro. Il rifugiato avrebbe trovato in quel luogo comunanza, cordialità....
- La quarta città significa FORTEZZA. Un luogo in cui sentirsi al sicuro perchè certi di poter essere riparati dalla vendetta dell'uomo.
- Il quinto nome significa ALTO. Posto in alto, difficile da raggiungere, ma anche più vicino al Cielo.

- Il significato della sesta città invece è GIOIA. Esultanza, pace, riposo, laddove si è sicuri ci sarà una quiete preparata dal Signore.
Il rifugiato avrebbe però dovuto restare in quella città sino alla morte del Sommo Sacerdote in carica in quel luogo, giunto quell'evento avrebbe potuto, se voleva, fare ritorno alla sua città originaria...una sorta di arresti domiciliari odierni.

Alle città in questione, il nostro Pastore Biagio, ne ha aggiunta un'altra, senza nulla togliere al valore della Parola di Dio, vale a dire la Gerusalemme celeste la quale possiede tutte le qualità elencate nelle altre città ed anche di più, e dalla quale nessuno dovrà poi tornare perchè restaerà con Gesù, la sua patria per l'Eternità.

Amen, Alleluja
Dio ci benedica!



martedì 26 luglio 2011

RITORNO A TE 1°serata: In comunione con il Pastore Sergio Manzo - 25 luglio


RITORNO A TE 1°serata: In comunione con il Pastore Sergio Manzo



"SERVI DI DIO"
 Lunedì 25, come annunciato, c'è stata la prima serata di RITORNO 
A TE, miniprogramma di ricongiungimento al cuore di Gesù dei figli di Dio della Comunità di Caserta...In apertura di questa "4 giorni" l'incontro con il Pastore Sergio Manzo della Chiesa @Gesù è il Signore" di Arzano.
Una lunga serata di adorazione ma anche di rivelazione della parola di Dio e inoltre di importantissimi momenti di intimità "familiare", durante i quali, la Chiesa si è detta cose che si possono dire solo in famiglia...momenti di intensa preghiera anche per i nostri adorati bambini e un pensiero d'amore al Pastore Biagio, per ricordargli che il popolo di Caserta, che Dio gli ha affidato, lo ama molto!

Giovanni 12: 1-19 "Gesù dunque, sei giorni avanti la Pasqua, venne a Betania dov’era Lazzaro ch’egli avea risuscitato dai morti. 2 E quivi gli fecero una cena; Marta serviva, e Lazzaro era uno di quelli ch’erano a tavola con lui. 3 Allora Maria, presa una libbra d’olio odorifero di nardo schietto, di gran prezzo, unse i piedi di Gesù e glieli asciugò co’ suoi capelli; e la casa fu ripiena del profumo dell’olio........(continua)

Troppo si può predicare su questo messaggio, ma i punti principali toccati dalla predicazione del Pastore Sergio si possono - indegnamente - riassumere così:

1) La spiritualità deve impegnare ogni area della nostra persona, spirito, corpo e anima...se non è così, qualcosa deve assolutamente essere rivisto nel nostro modo di essere cristiani.
2) Il pensiero che ci deve far svegliare la mattina e quello con il quale ci addormentiamo è SERVIRE CRISTO, con la consapevolezza che servirLo è un ONORE!
3) L'intimità con Gesù è necessaria, vitale. Solo attraverso una VERA amicizia e confidennza con Gesù possiamo ricevere, guida, benedizione, doni.
4) La religiosità mette a tacere lo spirito. Attenzione al dire le cose solo con la bocca, Dio conosce i nostri cuori e non si può ingannare. Quando iniziamo a fare senza sentire ecco che diventiamo dei religiosi..
5) Umiliarsi davanti a Gesù. L'umiltà presuppone azione, non staticità. Chi si umilia per Cristo lo applica con azioni concrete, visibili e senza alcuna speranza di ricevere un proprio tornaconto.
In definitiva questo è il bagaglio dei SERVI DI DIO
!!!

mercoledì 6 luglio 2011

Dio farà ancora Grazia al Suo Popolo. Culto Domenica 3 Luglio


Isaia 30: 18-26

18Perciò l'Eterno aspetterà per farvi grazia, poi egli sarà esaltato per aver avuto compassione di voi, perché l'Eterno è un DIO di giustizia. Beati tutti quelli che sperano in lui!
 19O popolo di Sion che abiti a Gerusalemme, tu non piangerai piú. Egli ti farà certamente grazia, udendo la voce del tuo grido; appena udirà, ti risponderà.
 20Anche se il Signore vi darà il pane d'angoscia e l'acqua d'oppressione, tuttavia quelli che ti ammaestrano non dovranno piú nascondersi, e i tuoi occhi vedranno i tuoi maestri.
 21Quando andrete a destra o quando andrete a sinistra, le tue orecchie udranno dietro a te una parola che dirà: «Questa è la via; camminate in essa!».
 22Considerate come impure le, vostre immagini scolpite ricoperte d'argento e le vostre immagini di metallo fuso rivestite d'oro; le getterete via come una cosa impura, «Fuori!», direte loro.
 23Allora egli concederà la pioggia per il tuo seme che avrai seminato nel terreno, e il pane che il suolo produrrà sarà saporito e abbondante; in quel giorno il tuo bestiame pascolerà su vasti pascoli.
 24I buoi e gli asini che lavorano la terra mangeranno foraggi salati, ventilati con la pala e il ventilabro.
 25Su ogni alto monte e su ogni colle elevato vi saranno ruscelli e corsi d'acqua nel giorno del grande massacro, quando cadranno le torri.
 26La luce della luna sarà come la luce del sole, e la luce del sole sarà sette volte piú forte, come la luce di sette giorni, nel giorno in cui l'Eterno fascerà la piaga del suo popolo e guarirà la ferita prodotta dalle sue percosse.

Dio farà ancora Grazia al Suo Popolo
(predicazione del Pastore Biagio Marigliano)

Questi versi rispecchiano la realtà di chi vive o sta vivendo situazioni di angoscia, di nons erenità, di gravi difficoltà. Il Signore conosce bene ogni nostra situazione e non ha intenzione di mancare in Suo intervento, anzi Egli per certo, risponderà alle nostre invocazioni, Egli farà ancora Grazia al Suo Popolo. Oggi quel popolo siamo anche noi, i gentili innestati nell'albero maestro, quelli che non erano un popolo ed oggi invece grazie a Gesù ed al Suo amore e sacrificio per noi, è diventato un popolo. 
Ma al verso 22 Dio ci mette in guardia da alcuni grandi ostacoli che si frappongono tra noi e la Grazia, per esempio l'idolatria. Non solo le immagini scolpite a cui noi siamo soliti riferire il concetto di idolatria, ma un idolo è qualsiasi cosa si mette in mezzo tra noi e Dio ed impedisce che Dio sia al primo posto nella nostra vita, la nostra unica e sola guida.
Non smetteremo mai di predicare e di insegnare che non si può servire il Signore con un piede dentro e uno fuori, un pò in chiesa e un pò nel mondo un pò volenterosi e un pò ribelli...E' il momento della riflessione, buttare fuori dalla nostra casa, dalla nostra vita tutto quanto offende la presenza di Dio, tutto quanto è impuro, cose materiali ovviamente, libri, immagini, film, ma anche cose a cui non diamo peso: amicizie, conversazioni, pensieri del nostro cuore. 
Noi non possiamo dirvi cos'è, ma in una sincera analisi voi lo scoprirete, lo Spirito santo è il Consigliere Ammirabile e vi guiderà alla scoperta di quanto è necessario abbandonare e che è diventato idolo nella nostra vita.
Quando ciò accade e noi usciamo alla viva luce di Dio il Signore inizia una meravigliosa opera di benedizione, anzi non la inizia, ma la può continuare, perchè più nulla si frappone fra Lui e noi. Il seme che Lui ha seminato germoglierà e Dio manderà la Sua pioggia.
Sembra difficile, ma non scoraggiamoci. Questa esortazione quante volte la ascoltiamo nelle nostre chiese o dai nostri cari, sembra retorica ma non è così, Dio ce lo comanda: "Non scoraggiatevi", quando siamo provati e chiediamo umilmente la Sua guida è allora che il Signore sta preparando una grande cosa per noi.
Ricordiamoci sempre che lo Spirito Santo non da a chi disperde, ecco perchè il Signore attende prima di usarci, affinché siamo pronti al servizio, e Lui si prepara uomini e donne formati per poterlo servire.
L'Eterno ci dice: "Ritorna a me", là fuori troverai tutte le trappole del diavolo e quando cadi in quelle trappole diventerà sempre più difficile rialzarti, invischiato come in una ragnatela. Il nemico farà di tutto per farti sentire impuro, infelice, incapace, inferiore, proprio il contrario di quanto Gesù vuole per noi, noi figli di Re, dichiarati dal Padre, giustificati per Cristo, gioiosi della salvezza, apaci in Gesù che tutto può e superiori sulle ali dell'amore del Padre.
In questo tempo Dio ci dice: "Guarda a me, Io ti mostrerò se devi andare a destra o a sinistra".
Crediamo che solo Dio vuole fare e può fare ancora GRAZIA al Suo Popolo, perchè Egli è l'Eterno, un Dio di giustizia e amore e beati sono coloro che sperano i LUI.

Abbandonate tutto ciò che è impuro, mettetelo fuori alla porta del vostro cuore. Il Signore ci ha liberato  continuiamo a rimanere liberi.

*Chi è sposato resti liberi da ogni legame maligno onorando la sua sposa e il suo sposo con l'amore di Cristo.
*Chi è fidanzato lo faccia sapendo aspettare i tempi di dio e amando e rispettando il proprio compagno.
*Chi ha i figli li sappia guidare negli insegnamenti spirituali e nella guida di Dio.
ecc ecc...RESTIAMO LIBERI IN GESù CRISTO NOSTRO SIGNORE

Dio vi benedica!

domenica 26 giugno 2011

UNA DECISIONE SENZA TEMPO - Culto del 25 giugno

Una mattinata ai piedi del Signore. Il culto della domenica è sempre ricco in adorazione e lode, ma ci sono anche momenti di grandissima benedizione dove si avverte che la nuovla dell'Eterno è sopra i suoi figli. Questa mattina era uno di quei giorni.

LUCA 23- 33-43
33 E QUANDO furono andati al luogo, detto del Teschio, crocifissero quivi lui, e i malfattori, l’uno a destra, e l’altro a sinistra. 34 E Gesù diceva: Padre, perdona loro, perciocchè non sanno quel che fanno. Poi, avendo fatte delle parti de’ suoi vestimenti, trassero le sorti. 35 E il popolo stava quivi, riguardando; ed anche i rettori, insiem col popolo, lo beffavano, dicendo: Egli ha salvati gli altri, salvi sè stesso, se pur costui è il Cristo, l’Eletto di Dio. 36 Or i soldati ancora lo schernivano, accostandosi, e presentandogli dell’aceto; e dicendo: 37 Se tu sei il Re de’ Giudei, salva te stesso. 38 Or vi era anche questo titolo, di sopra al suo capo, scritto in lettere greche, romane, ed ebraiche: COSTUI È IL RE DE’ GIUDEI. 39 Or l’uno de’ malfattori appiccati lo ingiuriava, dicendo: Se tu sei il Cristo, salva te stesso, e noi. 40 Ma l’altro, rispondendo, lo sgridava, dicendo: Non hai tu timore, non pur di Dio, essendo nel medesimo supplizio? 41 E noi di vero vi siam giustamente, perciocchè riceviamo la condegna pena de’ nostri fatti; ma costui non ha commesso alcun misfatto. 42 Poi disse a Gesù: Signore, ricordati di me, quando sarai venuto nel tuo regno. 43 E Gesù gli disse: Io ti dico in verità, che oggi tu sarai meco in paradiso.

UNA DECISIONE SENZA TEMPO
La predicazione di questa mattina è stata di grande unzione e unto è stato il messaggio portato dal Pastore Biagio. Una riflessione sui due malfattori che erano in croce alla destra e alla sinistra del Signore. Questi due uomini sono mossi da sentimenti contrapposti, l'uno dalla rabbia, l'altro dal pentimento. La riflessione è che non sempre davanti alla morte si sceglie Gesù, spesso si sceglie invece di non arrendersi al Signore, si resta ancorati alle proprie posizioni, per questo dobbiamo continuare a pregare per i nostri familiari, soprattutto i più anziani, che il Signore possa accendere loro il cuore prima del momento fatidico.
Al verso 40 leggiamo che il ladrone pentito richiama addirittura l'altro, quasi a volerlo scuotere, e in quei momenti terribili riconosce che Gesù era innocente e che Egli era giusto. Attraverso quel sacrificio infatti oggi noi siamo qui. Tu che leggi e che ancora non hai conosciuto l'amore di Gesù sappi infatti che Gesù ti ama, è andato sulla croce per te, per donarti la Sua vita.
Quel ladrone gridò a Gesù e il Signore nella Sua immensa bontà gli promise subito un posto accanto a Lui: "oggi stesso tu sarai con me in Paradiso": le nostre preghiere sono sempre raccolte dal Signore, mai accantonate. Lui conosce qual'è il tempo accettevole per esaudire la tua richiesta solo ti chiede di mettere in ordine la tua vita, ordine e ubbidienza che piace a Gesù più del sacrificio.

Quel giovane non fece una preghiera sofisticata, disse semplicemente "ricordati di me", una piccola preghiera che conteneva in sè un grande significato, vale a dire, Signore tu sai chi sono, io ti riconosco Giusto e Buono, perdonami e non ti scordare di me. L'altro malfattore purtroppo non si è ravveduto, è rimasto fermo nelle sue vie e Gesù non poteva costringerlo a rivolgersi a Lui...

Se le tue preghiere non sono ancora state esaudite quindi non desistere, non stancarti, aspetta e quando meno lo avresti immaginato Dio farà grandi cose nella tua vita...

DIO VI BENEDICA ALLELUJA

venerdì 17 giugno 2011

"Io ti conosco personalmente..." (Culto di domenica 12 giugno)

Esodo 33: 12-18
Poi Mosè disse all'Eterno: «Vedi, tu mi dici: "Fa'salire questo popolo". Ma tu non mi hai fatto sapere chi manderai con me. Eppure hai detto: "Io ti conosco personalmente e hai pure trovato grazia ai miei occhi".
Perciò ora, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, deh, fammi conoscere le tue vie, perché ti conosca e possa trovare grazia ai tuoi occhi. Considera inoltre che questa nazione è tuo popolo».
L'Eterno rispose: «La mia presenza andrà con te, e ti darò riposo».
Mosè allora gli disse: «Se la tua presenza non viene con me, non farci partire di qui.
Come si potrà ora conoscere che io e il tuo popolo abbiamo trovato grazia ai tuoi occhi Non è forse perché tu vieni con noi? Così noi saremo distinti, io e il tuo popolo, da tutti i popoli che sono sulla faccia della terra». L'Eterno disse a Mosè: «Farò anche questa cosa che hai chiesto, poiché tu hai trovato grazia ai miei occhi e ti conosco personalmente».
Allora Mosè disse: «Deh, fammi vedere la tua gloria!».
"IO TI CONOSCO PERSONALMENTE"




Nel passo descritto Mosè , ancora una volta, intercede per il suo popolo, Israele, un popolo come defintio da Dio stesso, dal collo duro e che non sempre è propenso a seguire i dettami del Signore. Ma Mosè è caro all'Eterno, Egli lo ascolta e come sta scritto, gli parla faccia a faccia, ma ancor più belle sono le parole stesse del Signore quando gli dice: "Io ti conosco personalmente". Che meraviglia sapere che Dio sa tutto di noi e ancor più non ci confonde gli uni con gli altri a ci conosce uno ad uno, personalmente, attraverso quel meraviglioso mistero d'onnipotenza e onniscienza che è solo Suo. Anche Mosè però, deve intraprendere un viaggio, mettersi in cammino, ma, certo del proprio rapporto con Dio e fiducioso nelle Sue risposte, non osa prendere decisioni improvvise e impulsive, ma chiede al Signore cosa fare e se può farlo. 
Prima di fare una scelta, così noi, consultiamo il nostro Dio, quanti matrimoni sbagliati, lavori sbagliati, partenze improvvise che non hanno portato frutto. Allo stesso modo non prendiamo un impegno se non siamo sicuri che Dio sia con noi... Noi siamo il Suo popolo, abbiamo con Lui un rapporto privilegiato e unico e possiamo permetterci di chiedergli una guida sicura. Il popolo di Dio infatti è uno solo, si distingue da tutti gli altri popoli della faccia della terra, ma per essere popolo, per far parte di questa razza divina dobbiamo essere integri, sforzarci di camminare nelle vie divine. Un figlio di Dio ha qualcosa in sè di speciale, qualcosa che anche se non parla testimonia per lui, è la presenza di Dio in noi attraverso lo Spirito Santo. Si vede dal contenuto di quanto dice, da come lo dice, addirittura da come cammina, come testimonia l'episodio della Scrittura in cui la donna Shunamita riconosce in Eliseo un uomo di Dio dal solo vederlo camminare...
La nostra testimonianza ci precede e dice di noi chi siamo. Certo il cambiamento da quelllo che eravamo, figli del mondo, a figli di Dio si vede nel tempo, nel tempo e nella perseveranza. E quando viviamo con Lui, la Sua presenza ci provvede anche un riposo, una quiete che ci mette al riparo da tutti i travagli terribili e faticosi della vita: "venite a me voi tutti che siete travagliati ed io vi darò riposo", allo stesso modo in questo passo al verso 14 è scritto: "L'Eterno rispose: «La mia presenza andrà con te, e ti darò riposo».
Che meraviglia il riposo dell'Eterno, tutto intorno a te è lo stesso, ma tu lo guardi con altri occhi e non ti tange...La nostra mente è un continuo bombardamento di pensieri, molti di questi arrivano dal nemico delle nostre anime, anzi è forse l'attacco più forte quello perpetrato contro la nostra mente, è allora che si deve cercare immediatamente la faccia di Dio.
Come si fa a cercare la faccia di Dio? 
Innanzitutto decidendo di correre a Lui, in preghiera, in chiesa, nella lettura della Parola, nella supplica, e questo va fatto subito, poi con l'insistenza, senza stancarsi, perchè purtroppo le cose non cambiano immediatamente, ma se insistiamo con la certezza che Dio opererà e DIO PER CERTO OPERERA', allora vedremo davvero i risultati ti libererà dal problema, ti sentirai liberato e purificato e come più che spesso usiamo dire noi cristiani, vedremo la Sua gloria!
Che cos'è l'insistenza? L'insistenza è il combattimento del credente!
Combattiamo nella preghiera, nelle richieste, nell'intercessione, senza scoraggiarci se non vediamo il risultato subito, ma sapendo con assoluta certezza che Egli VUOLE darci vittoria, VUOLE intervenire e INTERVIENE! Così come Mosè intercedeva per il popolo ben sapendo che la volontà di Dio era quella di salvare quella nazione, di farla vittoriosa, nonostante i ritardi a cui Israele costringeva il Signore con le sue mancanze e ribellioni.
Se restiamo ancorati al passato, ai perchè, ai come mai, non otterremo nulla, l'unica possibilità è guardare al presente e a quello Dio può fare per noi oggi, non ieri...La porta della grazia è ancora aperta finchè abbiamo con noi lo Spirito Santo e finchè il Signore non ritornerà, approfittiamone fino a quando possiamo.
Dunque in definitiva questo passo dell'Esodo ci insegna e ci rammenta di essere diversi, di non agire senza prima aver consultato il consiglio di Dio e di testimoniare la vita di Cristo in noi: se ci vergogneremo dell'Evangelo anche Gesù si vergognerà di noi.
E' scritto nella Parola che un giorno tutti compariremo davanti al Re e tutti piegheremo le nostre ginocchia davanti al Padre e dunque renderemo conto della testimonianza che abbiamo condotto in mezzo al mondo: non siate facili alle provocazioni, nè facili nell'aprire la bocca, piuttosto proclamiamo invece con facilità il nome di Gesù che è potente e può ogni cosa.
IO ti conosco Personalmente..
Mosè conclude dicendo: Fammi vedere la Tua gloria...il Signore ci conosce personalmente come abbiamo detto, conosce ogni piaga e piega del nostro cuore e per questo quando si mostra a noi ci offre in dono un privilegio, ma ciò comporta che noi dobbiamo appartarci con Lui perchè la Sua presenza è concessa solo a chi LO cerca!!!
Alleluja, Dio vi benedica

domenica 5 giugno 2011

Un Cuore Ardente - Culto di domenica 5 giugno

Un Cuore Ardente

Davide e Golia...
Quante volte abbiamo utilizzato questa espressione, questa immagine per raffigurare il caso di un piccolo gesto che è divenuto simbolo di una grande vittoria o di un piccolo uomo che ha saputo sconfiggere un grande problema, o un nemico molto più grande di lui...
Questo l'argomento principe del Culto di questa mattina, la cui predicazione è stata tenuta dal nostro Pastore Biagio Marigliano. Il tema della vittoria non è facile da predicare, sono in troppi che considerano semplicistico affrontare il cammino cristiano motivando i credenti con l'argomento delle vittorie in Cristo...il Pastore ha invece voluto sottolineare proprio la complessità e la bellezza della vittoria in Cristo, quando un cuore ardente, che vive una vita arresa alla volontà dl Padre, combatte per la causa del popolo di Dio.
Così fu Davide. Ultimo di una famiglia di numerosi fratelli, non soldato ma pastorello, poco considerato persino dal suo papà, al punto che quando il Profeta Samuele giunse nell'abitazione di Iesse, padre di Davide, per ungere il futuro Re d'Israele, questi gli presento tutti i suoi figli escluso Davide, che non era ritenuto e per età, e per carattere, e per mansione, all'altezza di tale onore divino.
E invece come al solito, i pensieri degli uomini non sono quelli di Dio e per dirla proprio con le parole della Parola di Dio, in 1 Samuele nei capitolo precedenti, il Signore richiamando Samuele che indugiava nel soffermarsi sui fratelli di davide più poderosi di lui gli dice:“Non guardare al suo aspetto né all’imponenza della sua statura. Io l’ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l’uomo. L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore”. 
E meno male...L' Eterno è misericordioso con noi, e benigno, grazie alla Sua misericordia Egli guarda nel nostro intimo, in profondità e comprende le nostre ragioni come noi mai potremmo e per questo ci fa dono della Sua grazia e lava le nostre colpe. l'Eterno conosceva il cuore di Davide e sapeva che quell'uomo lo avrebbe amato, avrebbe sbagliato, caduto si sarebbe rialzato e avrebbe combattuto per Lui. Fu per questo, che per tutta la sua vita Davide fu "l'uomo dal cuore di Dio" e così è chiamato ancora oggi...
Davide arrivato sul campo di battaglia per recare cibo e notizie ai suoi fratelli, nel venire a conoscenza della sfida di Goliath e delle offese continue arrecate al popolo di Dio, s'indigna profondamente. Il suo amore per l'Eterno e il valore che egli da al suo stesso popolo è già grande, al punto da spegnere in lui, giovinetto senza esperienza di guerra, ogni paura.
La paura in un cristiano è sintomo che la vita spirituale ancora non è del tutto in ordine, come dice la Bibbia infatti, la paura ha a che fare con la punizione e con la morte, la paura non è da Dio. Chi vive in comunione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, può dunque provare preoccupazione, com'è umano che sia, ma nessuna paura lo coglierà perchè il Padre lo pone al sicuro da ogni sentimento negativo e disfattista. Dio anzi, ci dice che Egli non ci ha donato uno spirito di paura ma di coraggio e disciplina.
Se come Davide la nostra vita è nella mani del Padre, se il nostro cuore s'indigna alle offese che il mondo continuamente arreca al nostro Signore Gesù, se la nostra condotta è conforme alla Parola di Dio o quanto meno ci sforziamo con tutto il nostro cuore di migliorare ogni giorno alla luce delle Scritture, beh, useremo quel coraggio per battere il nemico, ma non noi saremo, solo la volontà sarà la nostra, la battaglia, il corpo a corpo sarà sostenuto dal Signore e la vittoria sarà Sua e nostra con Lui.
Quando Davide presentò se stesso per "lavare l'offesa" ricevuta e combattere contro Goliath dovè rifiutare l'armatura offertagli da Saul, non era della sua misura e gli portava disagio e scomodità. Così noi, oggi, nel combattere una battaglia, dobbiamo ritenere inutile l'aiuto dell'uomo, a meno che non sia suscitato esplicitamente da Dio, e rivolgerci assolutamente, prioritariamente, necessariamente all'Eterno il Vincitore...
II piccolo Davide, cosciente di ciò e soprattutto del suo rapporto con Dio, coltivato fin dall'infanzia, abbandona l'armatura, non si provvede di nessun'arma se non un bastone, una fionda e  cinque pietre lisce levigate dallo scorrere del fiume e con una sola di esse, nel nome dell'Eterno delle Schiere che quel gigante avevo offeso, colpisce Goliath nell'unico punto scoperto del suo corpo interamente coperto dall'armatura: in mezzo alla fronte, poi con un balzo deciso corre verso di lui e gli taglia la testa con la sua stessa spada: Israele è vendicato, il nome dell'Eterno esaltato.
Davide diventa così il simbolo della potenza di Dio espressa attraverso gli uomini quando questi Lo amano, levigati, come pietre nell'acqua dalla potenza del fiume di Dio. La predicazione del Pastore Biagio è stata ovviamente ancora più ricca di particolari e di riflessioni guidate dallo Spirito Santo, ma il messaggio principale è contenuto in queste poche righe... Che Dio ci aiuti a far buon uso della Sua Parola ascoltata e predicata dai Suoi Servi, affinchè non colui che dice Signore Signore entrerà nel Regno dei Cieli, ma chi ascolta la Sua Parola e la mette in pratica...
Alleluya, Amen. Dio vi benedica.

1 Samuele 17-17



Ora Iesse disse a Davide suo figlio: «Prendi su per i tuoi fratelli questa misura di grano tostato e questi dieci pani e portali in fretta ai tuoi fratelli nell'accampamento. 18Al capo di migliaia porterai invece queste dieci forme di cacio. Informati della salute dei tuoi fratelli e prendi la loro paga. 19Saul con essi e tutto l'esercito di Israele sono nella valle del Terebinto a combattere contro i Filistei». 20Davide si alzò di buon mattino: lasciò il gregge alla cura di un guardiano, prese la roba e partì come gli aveva ordinato Iesse. Arrivò all'accampamento quando le truppe uscivano per schierarsi e lanciavano il grido di guerra. 21Si disposero in ordine Israele e i Filistei: schiera contro schiera. 22Davide si tolse il fardello e l'affidò al custode dei bagagli, poi corse tra le file e domandò ai suoi fratelli se stavano bene. 23Mentre egli parlava con loro, ecco il campione, chiamato Golia, il Filisteo di Gat, uscì dalle schiere filistee e tornò a dire le sue solite parole e Davide le intese. 24Tutti gli Israeliti, quando lo videro, fuggirono davanti a lui ed ebbero grande paura.
25Ora un Israelita disse: «Vedete quest'uomo che avanza? Viene a sfidare Israele. Chiunque lo abbatterà, il re lo colmerà di ricchezze, gli darà in moglie sua figlia ed esenterà la casa di suo padre da ogni gravame in Israele». 26Davide domandava agli uomini che stavano attorno a lui: «Che faranno dunque all'uomo che eliminerà questo Filisteo e farà cessare la vergogna da Israele? E chi è mai questo Filisteo non circonciso per insultare le schiere del Dio vivente?».27Tutti gli rispondevano la stessa cosa: «Così e così si farà all'uomo che lo eliminerà». 28Lo sentì Eliab, suo fratello maggiore, mentre parlava con gli uomini, ed Eliab si irritò con Davide e gli disse: «Ma perché sei venuto giù e a chi hai lasciato quelle poche pecore nel deserto? Io conosco la tua boria e la malizia del tuo cuore: tu sei venuto per vedere la battaglia». 29Davide rispose: «Che ho dunque fatto? Non si può fare una domanda?». 30Si allontanò da lui, si rivolse a un altro e fece la stessa domanda e tutti gli diedero la stessa risposta.
 31Sentendo le domande che faceva Davide, pensarono di riferirle a Saul e questi lo fece venire a sé.
Davide si offre per accettare la sfida
32Davide disse a Saul: «Nessuno si perda d'animo a causa di costui. Il tuo servo andrà a combattere con questo Filisteo». 33Saul rispose a Davide: «Tu non puoi andare contro questo Filisteo a batterti con lui: tu sei un ragazzo e costui è uomo d'armi fin dalla sua giovinezza». 34Ma Davide disse a Saul: «Il tuo servo custodiva il gregge di suo padre e veniva talvolta un leone o un orso a portar via una pecora dal gregge. 35Allora lo inseguivo, lo abbattevo e strappavo la preda dalla sua bocca. Se si rivoltava contro di me, l'afferravo per le mascelle, l'abbattevo e lo uccidevo. 36Il tuo servo ha abbattuto il leone e l'orso. Codesto Filisteo non circonciso farà la stessa fine di quelli, perché ha insultato le schiere del Dio vivente». 37Davide aggiunse: «Il Signore che mi ha liberato dalle unghie del leone e dalle unghie dell'orso, mi libererà anche dalle mani di questo Filisteo». Saul rispose a Davide: «Ebbene và e il Signore sia con te».38Saul rivestì Davide della sua armatura, gli mise in capo un elmo di bronzo e gli fece indossare la corazza. 39Poi Davide cinse la spada di lui sopra l'armatura, ma cercò invano di camminare, perché non aveva mai provato. Allora Davide disse a Saul: «Non posso camminare con tutto questo, perché non sono abituato». E Davide se ne liberò.
Singolar tenzone
40Poi prese in mano il suo bastone, si scelse cinque ciottoli lisci dal torrente e li pose nel suo sacco da pastore che gli serviva da bisaccia; prese ancora in mano la fionda e mosse verso il Filisteo.
 41Il Filisteo avanzava passo passo, avvicinandosi a Davide, mentre il suo scudiero lo precedeva. 42Il Filisteo scrutava Davide e, quando lo vide bene, ne ebbe disprezzo, perché era un ragazzo, fulvo di capelli e di bell'aspetto. 43Il Filisteo gridò verso Davide: «Sono io forse un cane, perché tu venga a me con un bastone?». E quel Filisteo maledisse Davide in nome dei suoi dei. 44Poi il Filisteo gridò a Davide: «Fatti avanti e darò le tue carni agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche». 45Davide rispose al Filisteo: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l'asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle schiere d'Israele, che tu hai insultato. 46In questo stesso giorno, il Signore ti farà cadere nelle mie mani. Io ti abbatterò e staccherò la testa dal tuo corpo e getterò i cadaveri dell'esercito filisteo agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche; tutta la terra saprà che vi è un Dio in Israele. 47Tutta questa moltitudine saprà che il Signore non salva per mezzo della spada o della lancia, perché il Signore è arbitro della lotta e vi metterà certo nelle nostre mani». 48Appena il Filisteo si mosse avvicinandosi incontro a Davide, questi corse prontamente al luogo del combattimento incontro al Filisteo. 49Davide cacciò la mano nella bisaccia, ne trasse una pietra, la lanciò con la fionda e colpì il Filisteo in fronte. La pietra s'infisse nella fronte di lui che cadde con la faccia a terra. 50Così Davide ebbe il sopravvento sul Filisteo con la fionda e con la pietra e lo colpì e uccise, benché Davide non avesse spada. 51Davide fece un salto e fu sopra il Filisteo, prese la sua spada, la sguainò e lo uccise, poi con quella gli tagliò la testa. I Filistei videro che il loro eroe era morto e si diedero alla fuga.
 52Si levarono allora gli uomini d'Israele e di Giuda alzando il grido di guerra e inseguirono i Filistei fin presso Gat e fino alle porte di Ekron. I Filistei caddero e lasciarono i loro cadaveri lungo la via fino a Saaràim, fino a Gat e fino ad Ekron.53Quando gli Israeliti furono di ritorno dall'inseguimento dei Filistei, saccheggiarono il loro campo. 54Davide prese la testa del Filisteo e la portò a Gerusalemme. Le armi di lui invece le pose nella sua tenda.