Il Leone della Tribù di Giuda

Il Leone della Tribù di Giuda
Apocalisse 1:7 Ecco, egli viene con le nuvole; ed ogni occhio lo vedrà; lo vedranno anche quelli che lo trafissero, e tutte le tribù della terra faranno cordoglio per lui. Sì, Amen. Apocalisse 1:8 Io son l’Alfa e l’Omega, dice il Signore Iddio che è, che era e che viene, l’Onnipotente...... Maranathà, Gesù viene...

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lunedì 10 dicembre 2012

L'umiltà del Centurione. Culto domenica 9 dicembre


Predicazione del Pastore Biagio Marigliano


da Luca 7:1-10
1 Dopo che egli ebbe terminato tutti questi discorsi davanti al popolo che l'ascoltava, entrò in Capernaum.2 Un centurione aveva un servo, molto stimato, che era infermo e stava per morire; 3 avendo udito parlare di Gesù, gli mandò degli anziani dei Giudei per pregarlo che venisse a guarire il suo servo.4 Essi, presentatisi a Gesù, lo pregavano con insistenza, dicendo: «Egli merita che tu gli conceda questo; 5 perché ama la nostra nazione ed è lui che ci ha costruito la sinagoga». 6 Gesù s'incamminò con loro; ormai non si trovava più molto lontano dalla casa, quando il centurione mandò degli amici a dirgli: «Signore, non darti quest'incomodo, perché io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; 7 perciò non mi sono neppure ritenuto degno di venire da te; ma di' una parola e il mio servo sarà guarito. 8 Perché anch'io sono uomo sottoposto all'autorità altrui, e ho sotto di me dei soldati; e dico a uno: "Vai", ed egli va; a un altro: "Vieni", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo", ed egli lo fa». 9 Udito questo, Gesù restò meravigliato di lui; e, rivolgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neppure in Israele ho trovato una così gran fede!» 10 E quando gli inviati furono tornati a casa, trovarono il servo guarito.

L'umiltà del CenturioneL'influenza della dottrina di Cristo e delle sue opere miracolose si era già manifestata fra i pubblicani in Capernaum nella conversione di Levi Luca 5:27, e la vediamo penetrare ora nei ranghi dei Soldati pagani, e nel loro comandante, nella ferma fede che egli era una persona divina e che Egli esercitava autorità sulle cosiddette «leggi di natura»  non meno completa di quella che un centurione romano possedeva sui propri soldati.
Il Centurione dunque domandò a Gesù di guarire un suo servitore che amava moltissimo (forse uno schiavo nato in casa, a cui il padrone voleva bene quanto ad un fratello), il quale, colpito di paralisi, pareva in punto di morte. Egli mandò gli anziani della sinagoga, che gli dovevano molta gratitudine, per render testimonianza a Gesù del suo carattere, e sperava che Cristo avrebbe pronunziato un ordine, seguito da guarigione istantanea. Stimandosi indegno, non venne a disturbarlo con la sua presenza; per la stessa ragione, non volle dargli lo scomodo di andare a casa sua, e perciò, essendo il Signore per strada, mandò una seconda imbasciata per impedire che gli si desse un gran disturbo, quando una sola sua parola, dal luogo dove egli era, poteva bastare per adempiere una cura istantanea. Indica inoltre su quale ragione fondasse la sua ferma persuasione. Egli stesso era un uomo, al quale, in virtù della commissione ricevuta dall'Imperatore, nessun soldato della sua coorte avrebbe ardito resistere; e credeva che quello stesso potere che egli esercitava sulla sua compagnia, Gesù, come Dio, lo esercitasse su tutto le cose create; per cui una Sua parola sarebbe certo bastata per bandire la morte ed espellere le malattie più pericolose.
La sua richiesta gli venne immediatamente accordata. Gesù aveva trovato la fede dei suoi concittadini divini «piccola come seme di senape»; non ci stupisce dunque se egli fa risaltare con tanto lodi la fede di quel pagano: «io vi dico che non pure in Israele ho trovata cotanta fede».

Leggendo bene

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