Il Leone della Tribù di Giuda

Il Leone della Tribù di Giuda
Apocalisse 1:7 Ecco, egli viene con le nuvole; ed ogni occhio lo vedrà; lo vedranno anche quelli che lo trafissero, e tutte le tribù della terra faranno cordoglio per lui. Sì, Amen. Apocalisse 1:8 Io son l’Alfa e l’Omega, dice il Signore Iddio che è, che era e che viene, l’Onnipotente...... Maranathà, Gesù viene...

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giovedì 29 novembre 2012

- LA CHIAMATA DI DIO - 
(a cura del Pastore Biagio Marigliano)

(1° parte)
Cos’è la chiamata?
Generalmente viene definita “vocazione” la chiamata di Dio a fare la Sua volontà e adempiere il Suo proponimento. La chiamata del Signore per noi 
è stata da Lui programmata ancor prima che nascessimo ed è insindacabile, nostro dovere è quello di rispondere consacrandoGli la nostra vita. Ger.1:5. Ger.18:6. Dobbiamo lasciarci docilmente modellare e trasformare all’immagine di Cristo per adempiere il Suo mandato, abbiamo bisogno di essere rivestiti di potenza dallo Spirito Santo, perche da soli non possiamo nulla. Luca.24:49. Pur essendo stati preparati personalmente da Gesù per tre anni, i dodici non erano pronti ad entrare nel ministero, ebbero bisogno di ricevere potenza dall’alto, è ciò avvenne nel giorno di pentecoste con la discesa dello Spirito Santo,solo allora poterono svolgere con successo il loro ministero.
Per adempiere la chiamata di Dio occorre.
1.Essere convinti di avere ricevuto una vera chiamata, poiché non si può adempiere una chiamata soprannaturale con motivazioni naturali.
2. Consacrarsi, cioè rispondere alla chiamata vivendo per Dio e disponendosi a fare la Sua opera senza ambiguità e compromessi.
3. Essere rotti nell’egoismo, anche se morire a se stessi non è facile, se vogliamo produrre frutto per il Signore dobbiamo bandire dalla nostra vita ogni egoismo. Giov.12:24.
4. Essere unti, perche quando lo Spirito del Signore è su di noi, ci fa fare cose straordinarie. Giud.15:14.
5. Essere sottomessi. E motivo di benedizione riconoscere l’autorità che Dio ha costituito su di noi e sottomettersi ad essa, ma ciò comporta rinnegare lo spirito di ribellione che domina in questo mondo. Rom:13:1.
6. Portare frutto. Lo scopo del Signore è ben preciso: vuole che portiamo un frutto duraturo. Giov.15:16.

(2° parte)
La chiamata di Abramo. Gen.11:31,32. 12.:1.
Quando chiama un individuo, Dio ha in serbo per lui una vita benedetta. 2.Tim.1:9. Che cosa sarebbe avvenuto se Abramo non fosse partito in risposta alla chiamata di Dio? Probabilmente non si sarebbe mai più sentito parlare di lui, avrebbe occupato una tomba senza nome in Ur dei Caldei e sarebbe stato uno dei tantissimi illustri sconosciuti. Se Abramo non avesse ubbidito, Dio avrebbe trovato qualcun altro. Se Egli ci chiama e noi non rispondiamo, Dio si servirà di altri. Luca.19:40.
La chiamata di Dio. Gen.11:31,32.
Dal nuovo testamento risulta chiaramente che Dio parlò per la prima volta ad Abramo quando questi si trovava ancora in Ur dei Caldei, oltre 200 chilometri a sud di Babilonia. Si deve supporre che Abramo era ancora legato al clan familiare e che quindi, riuscì a convincere il padre ad intraprendere il viaggio verso Canaan. Ur era una città molto civilizzata, per l’epoca, era centro del culto della luna. Secondo le antiche tradizioni ebraiche Terah il padre di Abramo, non soltanto adorava gli idoli ma era di mestiere, fabbricante di idoli. Molto tempo dopo si vedono ancora i parenti di Abramo in Mesopotamia adorare gli idoli (Gen.31:30). Quando Terah giunse a Caran, trovo che anche li adoravono Sin. Si senti talmente a casa che vi si stabili per il resto della vita.
La chiamata di Dio rinnovata. Gen.12:1.
Haran non era la metà che Dio aveva in mente per Abramo. Infatti la chiamata gli fu rivolta nuovamente “vattene dal tuo paese e dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre”. Si tratto di un invito a riprendere il viaggio. Dio chiamo Abramo a lasciare il suo parentado, ormai la famiglia di Terah si era stabilita in Haran, ma il Signore chiese una decisa separazione dalla sua vecchia vita caratterizzata anche dall’idolatria e, quindi anche dalla sua famiglia. Tali separazioni non sono mai facili ma tutti coloro che desiderano seguire pienamente il Signore sanno che devono necessariamente separarsi da tutte quelle cose che potenzialmente potrebbero ostacolare il loro cammino di fede (Luca.12:51,52). Se credeva davvero in Dio, non poteva non andare dovunque il Signore volesse condurlo (Ebrei.11:8). A conferma che la chiamata è un privilegio, la scrittura ribadisce la benedizioni per quanti rispondono ubbidendo al Signore. Abramo si fido della Parola di un Dio che non conosceva e, a motivo della sua fede e della sua ubbidienza, ricevette la benedizione. Gen.12:2. Benedizioni personali. Gen.12:3. Benedizioni universali, Galati.3:26,29.
Considerazioni finali.
Se Abramo non avesse risposto alla chiamata di Dio, nessuno probabilmente, avrebbe mai sentito parlare di lui. Un giorno di circa quattromila anni fa Abramo diede alla sua carovana il segnale di partenza e si mise in viaggio sulla base di una rivelazione divina e una speranza “incerta”. Eppure quell’uomo fu fedele a Dio e non richiese altre prove e garanzie. La fiducia di Abramo è esemplare come pure la sua ubbidienza. Egli è il padre dei credenti (Romani.4:12,16) e noi, in quanto tali, abbiamo il dovere di imitare la sua fede e di tradurla in pratica mediante l’ubbidienza.

a cura del Pastore
Biagio Marigliano

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