Una mattinata ai piedi del Signore. Il culto della domenica è sempre ricco in adorazione e lode, ma ci sono anche momenti di grandissima benedizione dove si avverte che la nuovla dell'Eterno è sopra i suoi figli. Questa mattina era uno di quei giorni.
LUCA 23- 33-43
33 E QUANDO furono andati al luogo, detto del Teschio, crocifissero quivi lui, e i malfattori, l’uno a destra, e l’altro a sinistra. 34 E Gesù diceva: Padre, perdona loro, perciocchè non sanno quel che fanno. Poi, avendo fatte delle parti de’ suoi vestimenti, trassero le sorti. 35 E il popolo stava quivi, riguardando; ed anche i rettori, insiem col popolo, lo beffavano, dicendo: Egli ha salvati gli altri, salvi sè stesso, se pur costui è il Cristo, l’Eletto di Dio. 36 Or i soldati ancora lo schernivano, accostandosi, e presentandogli dell’aceto; e dicendo: 37 Se tu sei il Re de’ Giudei, salva te stesso. 38 Or vi era anche questo titolo, di sopra al suo capo, scritto in lettere greche, romane, ed ebraiche: COSTUI È IL RE DE’ GIUDEI. 39 Or l’uno de’ malfattori appiccati lo ingiuriava, dicendo: Se tu sei il Cristo, salva te stesso, e noi. 40 Ma l’altro, rispondendo, lo sgridava, dicendo: Non hai tu timore, non pur di Dio, essendo nel medesimo supplizio? 41 E noi di vero vi siam giustamente, perciocchè riceviamo la condegna pena de’ nostri fatti; ma costui non ha commesso alcun misfatto. 42 Poi disse a Gesù: Signore, ricordati di me, quando sarai venuto nel tuo regno. 43 E Gesù gli disse: Io ti dico in verità, che oggi tu sarai meco in paradiso.
UNA DECISIONE SENZA TEMPO
La predicazione di questa mattina è stata di grande unzione e unto è stato il messaggio portato dal Pastore Biagio. Una riflessione sui due malfattori che erano in croce alla destra e alla sinistra del Signore. Questi due uomini sono mossi da sentimenti contrapposti, l'uno dalla rabbia, l'altro dal pentimento. La riflessione è che non sempre davanti alla morte si sceglie Gesù, spesso si sceglie invece di non arrendersi al Signore, si resta ancorati alle proprie posizioni, per questo dobbiamo continuare a pregare per i nostri familiari, soprattutto i più anziani, che il Signore possa accendere loro il cuore prima del momento fatidico.
Al verso 40 leggiamo che il ladrone pentito richiama addirittura l'altro, quasi a volerlo scuotere, e in quei momenti terribili riconosce che Gesù era innocente e che Egli era giusto. Attraverso quel sacrificio infatti oggi noi siamo qui. Tu che leggi e che ancora non hai conosciuto l'amore di Gesù sappi infatti che Gesù ti ama, è andato sulla croce per te, per donarti la Sua vita.
Quel ladrone gridò a Gesù e il Signore nella Sua immensa bontà gli promise subito un posto accanto a Lui: "oggi stesso tu sarai con me in Paradiso": le nostre preghiere sono sempre raccolte dal Signore, mai accantonate. Lui conosce qual'è il tempo accettevole per esaudire la tua richiesta solo ti chiede di mettere in ordine la tua vita, ordine e ubbidienza che piace a Gesù più del sacrificio.
Quel giovane non fece una preghiera sofisticata, disse semplicemente "ricordati di me", una piccola preghiera che conteneva in sè un grande significato, vale a dire, Signore tu sai chi sono, io ti riconosco Giusto e Buono, perdonami e non ti scordare di me. L'altro malfattore purtroppo non si è ravveduto, è rimasto fermo nelle sue vie e Gesù non poteva costringerlo a rivolgersi a Lui...
Se le tue preghiere non sono ancora state esaudite quindi non desistere, non stancarti, aspetta e quando meno lo avresti immaginato Dio farà grandi cose nella tua vita...
DIO VI BENEDICA ALLELUJA
"Io sono con voi fino alla fine dei tempi". Vivere Gesù giorno dopo giorno. Esperienze di vita e fede quotidiana, spunti di riflessione, comprensione della Parola, attività, storie, immagini... il cristianesimo vivo di una comunità pentecostale alle soglie dell'adempimento delle profezie bibliche.
Il Leone della Tribù di Giuda

Apocalisse 1:7 Ecco, egli viene con le nuvole; ed ogni occhio lo vedrà; lo vedranno anche quelli che lo trafissero, e tutte le tribù della terra faranno cordoglio per lui. Sì, Amen. Apocalisse 1:8 Io son l’Alfa e l’Omega, dice il Signore Iddio che è, che era e che viene, l’Onnipotente...... Maranathà, Gesù viene...
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domenica 26 giugno 2011
venerdì 17 giugno 2011
"Io ti conosco personalmente..." (Culto di domenica 12 giugno)
Esodo 33: 12-18
Poi Mosè disse all'Eterno: «Vedi, tu mi dici: "Fa'salire questo popolo". Ma tu non mi hai fatto sapere chi manderai con me. Eppure hai detto: "Io ti conosco personalmente e hai pure trovato grazia ai miei occhi".
Perciò ora, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, deh, fammi conoscere le tue vie, perché ti conosca e possa trovare grazia ai tuoi occhi. Considera inoltre che questa nazione è tuo popolo».
L'Eterno rispose: «La mia presenza andrà con te, e ti darò riposo».
Mosè allora gli disse: «Se la tua presenza non viene con me, non farci partire di qui.
Come si potrà ora conoscere che io e il tuo popolo abbiamo trovato grazia ai tuoi occhi Non è forse perché tu vieni con noi? Così noi saremo distinti, io e il tuo popolo, da tutti i popoli che sono sulla faccia della terra». L'Eterno disse a Mosè: «Farò anche questa cosa che hai chiesto, poiché tu hai trovato grazia ai miei occhi e ti conosco personalmente».
Allora Mosè disse: «Deh, fammi vedere la tua gloria!».
"IO TI CONOSCO PERSONALMENTE"
Il passo scelto dal pastore Biagio Marigliano per la predicazione questa volta è tratto dal libro dell' Esodo, (dall'ebraico שמות shemòt, "nomi", dall'incipit; greco Έξοδος èxodos, "uscita", latino Exodus) secondo libro dellaTorah ebraica e della Bibbia cristiana.
Nel passo descritto Mosè , ancora una volta, intercede per il suo popolo, Israele, un popolo come defintio da Dio stesso, dal collo duro e che non sempre è propenso a seguire i dettami del Signore. Ma Mosè è caro all'Eterno, Egli lo ascolta e come sta scritto, gli parla faccia a faccia, ma ancor più belle sono le parole stesse del Signore quando gli dice: "Io ti conosco personalmente". Che meraviglia sapere che Dio sa tutto di noi e ancor più non ci confonde gli uni con gli altri a ci conosce uno ad uno, personalmente, attraverso quel meraviglioso mistero d'onnipotenza e onniscienza che è solo Suo. Anche Mosè però, deve intraprendere un viaggio, mettersi in cammino, ma, certo del proprio rapporto con Dio e fiducioso nelle Sue risposte, non osa prendere decisioni improvvise e impulsive, ma chiede al Signore cosa fare e se può farlo.
Prima di fare una scelta, così noi, consultiamo il nostro Dio, quanti matrimoni sbagliati, lavori sbagliati, partenze improvvise che non hanno portato frutto. Allo stesso modo non prendiamo un impegno se non siamo sicuri che Dio sia con noi... Noi siamo il Suo popolo, abbiamo con Lui un rapporto privilegiato e unico e possiamo permetterci di chiedergli una guida sicura. Il popolo di Dio infatti è uno solo, si distingue da tutti gli altri popoli della faccia della terra, ma per essere popolo, per far parte di questa razza divina dobbiamo essere integri, sforzarci di camminare nelle vie divine. Un figlio di Dio ha qualcosa in sè di speciale, qualcosa che anche se non parla testimonia per lui, è la presenza di Dio in noi attraverso lo Spirito Santo. Si vede dal contenuto di quanto dice, da come lo dice, addirittura da come cammina, come testimonia l'episodio della Scrittura in cui la donna Shunamita riconosce in Eliseo un uomo di Dio dal solo vederlo camminare...
La nostra testimonianza ci precede e dice di noi chi siamo. Certo il cambiamento da quelllo che eravamo, figli del mondo, a figli di Dio si vede nel tempo, nel tempo e nella perseveranza. E quando viviamo con Lui, la Sua presenza ci provvede anche un riposo, una quiete che ci mette al riparo da tutti i travagli terribili e faticosi della vita: "venite a me voi tutti che siete travagliati ed io vi darò riposo", allo stesso modo in questo passo al verso 14 è scritto: "L'Eterno rispose: «La mia presenza andrà con te, e ti darò riposo».
Che meraviglia il riposo dell'Eterno, tutto intorno a te è lo stesso, ma tu lo guardi con altri occhi e non ti tange...La nostra mente è un continuo bombardamento di pensieri, molti di questi arrivano dal nemico delle nostre anime, anzi è forse l'attacco più forte quello perpetrato contro la nostra mente, è allora che si deve cercare immediatamente la faccia di Dio.
Come si fa a cercare la faccia di Dio?
Innanzitutto decidendo di correre a Lui, in preghiera, in chiesa, nella lettura della Parola, nella supplica, e questo va fatto subito, poi con l'insistenza, senza stancarsi, perchè purtroppo le cose non cambiano immediatamente, ma se insistiamo con la certezza che Dio opererà e DIO PER CERTO OPERERA', allora vedremo davvero i risultati ti libererà dal problema, ti sentirai liberato e purificato e come più che spesso usiamo dire noi cristiani, vedremo la Sua gloria!
Che cos'è l'insistenza? L'insistenza è il combattimento del credente!
Combattiamo nella preghiera, nelle richieste, nell'intercessione, senza scoraggiarci se non vediamo il risultato subito, ma sapendo con assoluta certezza che Egli VUOLE darci vittoria, VUOLE intervenire e INTERVIENE! Così come Mosè intercedeva per il popolo ben sapendo che la volontà di Dio era quella di salvare quella nazione, di farla vittoriosa, nonostante i ritardi a cui Israele costringeva il Signore con le sue mancanze e ribellioni.
Se restiamo ancorati al passato, ai perchè, ai come mai, non otterremo nulla, l'unica possibilità è guardare al presente e a quello Dio può fare per noi oggi, non ieri...La porta della grazia è ancora aperta finchè abbiamo con noi lo Spirito Santo e finchè il Signore non ritornerà, approfittiamone fino a quando possiamo.
Dunque in definitiva questo passo dell'Esodo ci insegna e ci rammenta di essere diversi, di non agire senza prima aver consultato il consiglio di Dio e di testimoniare la vita di Cristo in noi: se ci vergogneremo dell'Evangelo anche Gesù si vergognerà di noi.
E' scritto nella Parola che un giorno tutti compariremo davanti al Re e tutti piegheremo le nostre ginocchia davanti al Padre e dunque renderemo conto della testimonianza che abbiamo condotto in mezzo al mondo: non siate facili alle provocazioni, nè facili nell'aprire la bocca, piuttosto proclamiamo invece con facilità il nome di Gesù che è potente e può ogni cosa.
IO ti conosco Personalmente..
IO ti conosco Personalmente..
Mosè conclude dicendo: Fammi vedere la Tua gloria...il Signore ci conosce personalmente come abbiamo detto, conosce ogni piaga e piega del nostro cuore e per questo quando si mostra a noi ci offre in dono un privilegio, ma ciò comporta che noi dobbiamo appartarci con Lui perchè la Sua presenza è concessa solo a chi LO cerca!!!
Alleluja, Dio vi benedica
domenica 5 giugno 2011
Un Cuore Ardente - Culto di domenica 5 giugno
Un Cuore Ardente

Quante volte abbiamo utilizzato questa espressione, questa immagine per raffigurare il caso di un piccolo gesto che è divenuto simbolo di una grande vittoria o di un piccolo uomo che ha saputo sconfiggere un grande problema, o un nemico molto più grande di lui...
Questo l'argomento principe del Culto di questa mattina, la cui predicazione è stata tenuta dal nostro Pastore Biagio Marigliano. Il tema della vittoria non è facile da predicare, sono in troppi che considerano semplicistico affrontare il cammino cristiano motivando i credenti con l'argomento delle vittorie in Cristo...il Pastore ha invece voluto sottolineare proprio la complessità e la bellezza della vittoria in Cristo, quando un cuore ardente, che vive una vita arresa alla volontà dl Padre, combatte per la causa del popolo di Dio.
Così fu Davide. Ultimo di una famiglia di numerosi fratelli, non soldato ma pastorello, poco considerato persino dal suo papà, al punto che quando il Profeta Samuele giunse nell'abitazione di Iesse, padre di Davide, per ungere il futuro Re d'Israele, questi gli presento tutti i suoi figli escluso Davide, che non era ritenuto e per età, e per carattere, e per mansione, all'altezza di tale onore divino.
E invece come al solito, i pensieri degli uomini non sono quelli di Dio e per dirla proprio con le parole della Parola di Dio, in 1 Samuele nei capitolo precedenti, il Signore richiamando Samuele che indugiava nel soffermarsi sui fratelli di davide più poderosi di lui gli dice:“Non guardare al suo aspetto né all’imponenza della sua statura. Io l’ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l’uomo. L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore”.
E meno male...L' Eterno è misericordioso con noi, e benigno, grazie alla Sua misericordia Egli guarda nel nostro intimo, in profondità e comprende le nostre ragioni come noi mai potremmo e per questo ci fa dono della Sua grazia e lava le nostre colpe. l'Eterno conosceva il cuore di Davide e sapeva che quell'uomo lo avrebbe amato, avrebbe sbagliato, caduto si sarebbe rialzato e avrebbe combattuto per Lui. Fu per questo, che per tutta la sua vita Davide fu "l'uomo dal cuore di Dio" e così è chiamato ancora oggi...
Davide arrivato sul campo di battaglia per recare cibo e notizie ai suoi fratelli, nel venire a conoscenza della sfida di Goliath e delle offese continue arrecate al popolo di Dio, s'indigna profondamente. Il suo amore per l'Eterno e il valore che egli da al suo stesso popolo è già grande, al punto da spegnere in lui, giovinetto senza esperienza di guerra, ogni paura.
La paura in un cristiano è sintomo che la vita spirituale ancora non è del tutto in ordine, come dice la Bibbia infatti, la paura ha a che fare con la punizione e con la morte, la paura non è da Dio. Chi vive in comunione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, può dunque provare preoccupazione, com'è umano che sia, ma nessuna paura lo coglierà perchè il Padre lo pone al sicuro da ogni sentimento negativo e disfattista. Dio anzi, ci dice che Egli non ci ha donato uno spirito di paura ma di coraggio e disciplina.
Se come Davide la nostra vita è nella mani del Padre, se il nostro cuore s'indigna alle offese che il mondo continuamente arreca al nostro Signore Gesù, se la nostra condotta è conforme alla Parola di Dio o quanto meno ci sforziamo con tutto il nostro cuore di migliorare ogni giorno alla luce delle Scritture, beh, useremo quel coraggio per battere il nemico, ma non noi saremo, solo la volontà sarà la nostra, la battaglia, il corpo a corpo sarà sostenuto dal Signore e la vittoria sarà Sua e nostra con Lui.
Quando Davide presentò se stesso per "lavare l'offesa" ricevuta e combattere contro Goliath dovè rifiutare l'armatura offertagli da Saul, non era della sua misura e gli portava disagio e scomodità. Così noi, oggi, nel combattere una battaglia, dobbiamo ritenere inutile l'aiuto dell'uomo, a meno che non sia suscitato esplicitamente da Dio, e rivolgerci assolutamente, prioritariamente, necessariamente all'Eterno il Vincitore...
II piccolo Davide, cosciente di ciò e soprattutto del suo rapporto con Dio, coltivato fin dall'infanzia, abbandona l'armatura, non si provvede di nessun'arma se non un bastone, una fionda e cinque pietre lisce levigate dallo scorrere del fiume e con una sola di esse, nel nome dell'Eterno delle Schiere che quel gigante avevo offeso, colpisce Goliath nell'unico punto scoperto del suo corpo interamente coperto dall'armatura: in mezzo alla fronte, poi con un balzo deciso corre verso di lui e gli taglia la testa con la sua stessa spada: Israele è vendicato, il nome dell'Eterno esaltato.
Davide diventa così il simbolo della potenza di Dio espressa attraverso gli uomini quando questi Lo amano, levigati, come pietre nell'acqua dalla potenza del fiume di Dio. La predicazione del Pastore Biagio è stata ovviamente ancora più ricca di particolari e di riflessioni guidate dallo Spirito Santo, ma il messaggio principale è contenuto in queste poche righe... Che Dio ci aiuti a far buon uso della Sua Parola ascoltata e predicata dai Suoi Servi, affinchè non colui che dice Signore Signore entrerà nel Regno dei Cieli, ma chi ascolta la Sua Parola e la mette in pratica...
Alleluya, Amen. Dio vi benedica.
1 Samuele 17-17
Ora Iesse disse a Davide suo figlio: «Prendi su per i tuoi fratelli questa misura di grano tostato e questi dieci pani e portali in fretta ai tuoi fratelli nell'accampamento. 18Al capo di migliaia porterai invece queste dieci forme di cacio. Informati della salute dei tuoi fratelli e prendi la loro paga. 19Saul con essi e tutto l'esercito di Israele sono nella valle del Terebinto a combattere contro i Filistei». 20Davide si alzò di buon mattino: lasciò il gregge alla cura di un guardiano, prese la roba e partì come gli aveva ordinato Iesse. Arrivò all'accampamento quando le truppe uscivano per schierarsi e lanciavano il grido di guerra. 21Si disposero in ordine Israele e i Filistei: schiera contro schiera. 22Davide si tolse il fardello e l'affidò al custode dei bagagli, poi corse tra le file e domandò ai suoi fratelli se stavano bene. 23Mentre egli parlava con loro, ecco il campione, chiamato Golia, il Filisteo di Gat, uscì dalle schiere filistee e tornò a dire le sue solite parole e Davide le intese. 24Tutti gli Israeliti, quando lo videro, fuggirono davanti a lui ed ebbero grande paura.
25Ora un Israelita disse: «Vedete quest'uomo che avanza? Viene a sfidare Israele. Chiunque lo abbatterà, il re lo colmerà di ricchezze, gli darà in moglie sua figlia ed esenterà la casa di suo padre da ogni gravame in Israele». 26Davide domandava agli uomini che stavano attorno a lui: «Che faranno dunque all'uomo che eliminerà questo Filisteo e farà cessare la vergogna da Israele? E chi è mai questo Filisteo non circonciso per insultare le schiere del Dio vivente?».27Tutti gli rispondevano la stessa cosa: «Così e così si farà all'uomo che lo eliminerà». 28Lo sentì Eliab, suo fratello maggiore, mentre parlava con gli uomini, ed Eliab si irritò con Davide e gli disse: «Ma perché sei venuto giù e a chi hai lasciato quelle poche pecore nel deserto? Io conosco la tua boria e la malizia del tuo cuore: tu sei venuto per vedere la battaglia». 29Davide rispose: «Che ho dunque fatto? Non si può fare una domanda?». 30Si allontanò da lui, si rivolse a un altro e fece la stessa domanda e tutti gli diedero la stessa risposta.
31Sentendo le domande che faceva Davide, pensarono di riferirle a Saul e questi lo fece venire a sé.
Davide si offre per accettare la sfida
32Davide disse a Saul: «Nessuno si perda d'animo a causa di costui. Il tuo servo andrà a combattere con questo Filisteo». 33Saul rispose a Davide: «Tu non puoi andare contro questo Filisteo a batterti con lui: tu sei un ragazzo e costui è uomo d'armi fin dalla sua giovinezza». 34Ma Davide disse a Saul: «Il tuo servo custodiva il gregge di suo padre e veniva talvolta un leone o un orso a portar via una pecora dal gregge. 35Allora lo inseguivo, lo abbattevo e strappavo la preda dalla sua bocca. Se si rivoltava contro di me, l'afferravo per le mascelle, l'abbattevo e lo uccidevo. 36Il tuo servo ha abbattuto il leone e l'orso. Codesto Filisteo non circonciso farà la stessa fine di quelli, perché ha insultato le schiere del Dio vivente». 37Davide aggiunse: «Il Signore che mi ha liberato dalle unghie del leone e dalle unghie dell'orso, mi libererà anche dalle mani di questo Filisteo». Saul rispose a Davide: «Ebbene và e il Signore sia con te».38Saul rivestì Davide della sua armatura, gli mise in capo un elmo di bronzo e gli fece indossare la corazza. 39Poi Davide cinse la spada di lui sopra l'armatura, ma cercò invano di camminare, perché non aveva mai provato. Allora Davide disse a Saul: «Non posso camminare con tutto questo, perché non sono abituato». E Davide se ne liberò.
Singolar tenzone
40Poi prese in mano il suo bastone, si scelse cinque ciottoli lisci dal torrente e li pose nel suo sacco da pastore che gli serviva da bisaccia; prese ancora in mano la fionda e mosse verso il Filisteo.
41Il Filisteo avanzava passo passo, avvicinandosi a Davide, mentre il suo scudiero lo precedeva. 42Il Filisteo scrutava Davide e, quando lo vide bene, ne ebbe disprezzo, perché era un ragazzo, fulvo di capelli e di bell'aspetto. 43Il Filisteo gridò verso Davide: «Sono io forse un cane, perché tu venga a me con un bastone?». E quel Filisteo maledisse Davide in nome dei suoi dei. 44Poi il Filisteo gridò a Davide: «Fatti avanti e darò le tue carni agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche». 45Davide rispose al Filisteo: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l'asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle schiere d'Israele, che tu hai insultato. 46In questo stesso giorno, il Signore ti farà cadere nelle mie mani. Io ti abbatterò e staccherò la testa dal tuo corpo e getterò i cadaveri dell'esercito filisteo agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche; tutta la terra saprà che vi è un Dio in Israele. 47Tutta questa moltitudine saprà che il Signore non salva per mezzo della spada o della lancia, perché il Signore è arbitro della lotta e vi metterà certo nelle nostre mani». 48Appena il Filisteo si mosse avvicinandosi incontro a Davide, questi corse prontamente al luogo del combattimento incontro al Filisteo. 49Davide cacciò la mano nella bisaccia, ne trasse una pietra, la lanciò con la fionda e colpì il Filisteo in fronte. La pietra s'infisse nella fronte di lui che cadde con la faccia a terra. 50Così Davide ebbe il sopravvento sul Filisteo con la fionda e con la pietra e lo colpì e uccise, benché Davide non avesse spada. 51Davide fece un salto e fu sopra il Filisteo, prese la sua spada, la sguainò e lo uccise, poi con quella gli tagliò la testa. I Filistei videro che il loro eroe era morto e si diedero alla fuga.
52Si levarono allora gli uomini d'Israele e di Giuda alzando il grido di guerra e inseguirono i Filistei fin presso Gat e fino alle porte di Ekron. I Filistei caddero e lasciarono i loro cadaveri lungo la via fino a Saaràim, fino a Gat e fino ad Ekron.53Quando gli Israeliti furono di ritorno dall'inseguimento dei Filistei, saccheggiarono il loro campo. 54Davide prese la testa del Filisteo e la portò a Gerusalemme. Le armi di lui invece le pose nella sua tenda.
giovedì 2 giugno 2011
"Il Figlio della Promessa". Culto Giovedì 2 giugno
Genesi 17: 1-22
"Quando Abramo fu d’età di novantanove anni, l’Eterno gli apparve e gli disse: "Io sono l’Iddio onnipotente; cammina alla mia presenza, e sii integro; 2 e io fermerò il mio patto fra me e te, e ti moltiplicherò grandissimamente". 3 Allora Abramo si prostrò con la faccia in terra, e Dio gli parlò, dicendo: 4 "Quanto a me, ecco il patto che fo con te; tu diverrai padre di una moltitudine di nazioni; 5 e non sarai più chiamato Abramo, ma il tuo nome sarà Abrahamo, poiché io ti costituisco padre di una moltitudine di nazioni. 6 E ti farò moltiplicare grandissimamente, e ti farò divenir nazioni, e da te usciranno dei re. 7 E fermerò il mio patto fra me e te e i tuoi discendenti dopo di te, di generazione in generazione; sarà un patto perpetuo, per il quale io sarò l’Iddio tuo e della tua progenie dopo di te. 8 E a te e alla tua progenie dopo di te darò il paese dove abiti come straniero: tutto il paese di Canaan, in possesso perpetuo; e sarò loro Dio". 9 Poi Dio disse ad Abrahamo: "Quanto a te, tu osserverai il mio patto: tu e la tua progenie dopo di te, di generazione in generazione. 10 Questo è il mio patto che voi osserverete, patto fra me e voi e la tua progenie dopo di te: ogni maschio fra voi sia circonciso. 11 E sarete circoncisi; e questo sarà un segno del patto fra me e voi. 12 All’età d’otto giorni, ogni maschio sarà circonciso fra voi, di generazione in generazione: tanto quello nato in casa, quanto quello comprato con danaro da qualsivoglia straniero e che non sia della tua progenie. 13 Quello nato in casa tua e quello comprato con danaro dovrà esser circonciso; e il mio patto nella vostra carne sarà un patto perpetuo. 14 E il maschio incirconciso, che non sarà stato circonciso nella sua carne, sarà reciso di fra il su popolo: egli avrà violato il mio patto". 15 E Dio disse ad Abrahamo: "Quanto a Sarai tua moglie, non la chiamar più Sarai; il suo nome sarà, invece Sara. 16 E io la benedirò, ed anche ti darò di lei un figliuolo; io la benedirò, ed essa diverrà nazioni; re di popoli usciranno da lei". 17 Allora Abrahamo si prostrò con la faccia in terra e rise; e disse in cuor suo: "Nascerà egli un figliuolo a un uomo di cent’anni? e Sara, che ha novant’anni, partorirà ella?" 18 E Abrahamo disse a Dio: "Di grazia, viva Ismaele nel tuo cospetto!" 19 E Dio rispose: "No, ma Sara tua moglie ti partorirà un figliuolo, e tu gli porrai nome Isacco; e io fermerò il mio patto con lui, un patto perpetuo per la sua progenie dopo di lui. 20 Quanto a Ismaele, io t’ho esaudito. Ecco, io l’ho benedetto, e farò che moltiplichi e s’accresca grandissimamente. Egli genererà dodici principi, e io farò di lui una grande nazione. 21Ma fermerò il mio patto con Isacco che Sara ti partorirà in questo tempo, l’anno venturo". 22 E quand’ebbe finito di parlare con lui, Iddio lasciò Abrahamo, levandosi in alto".
La predicazione di questa mattina è stata condotta da un commosso Diacono che tutti noi amiamo, Massimo Menditto, o altrimenti detto, il Diacono della Preghiera (insieme al Diacono Luigi Petrosillo)....
Tutto il commento si è soffermato sulle promesse di Dio e soprattutto sulle promesse precedute da una chiamata. Come ben testimonia il passo di Genesi 17, il Signore prima di fare una promessa, opera sempre una chiamata forte e importante. Nel caso di Abramo e Sarai, divenuti poi per effetto dell'amore e della trasformazione del progetto divino, Abrahamo e Sara, vale a dire Padre di popoli e Principessa, la chiamata è duplice, vale a dire una chiamata ad una fede cieca e ubbidiente ed una chiamata ad essere condottiero di nazioni, l'una non poteva sussistere senza l'altra...
Abrahamo fu chiamato in realtà in tarda età, aveva infatti 75 anni quando il Signore si presentò a Lui, definendosi il Dio potente (e tale è rimasto per tutta la vita di Abrahamo, avendo sempre operato in potenza nella vita sua e di sua moglie Sara) e la promessa di un figlio per i due vecchi coniugi, il tanto desiderato e atteso Isacco, non si adempì se non quando Abrahamo aveva 99 anni e Sara 90...Un'attesa di 15 anni...Un'attesa non facile, nel corso della quale il Signore, cosciente dell'impazienza umana e dei desideri disattesi, ha più volte rinnovato il suo patto con il padre Abrahamo.
Eppure, come spesso accade, l'attesa interminabile e l'impazienza portano l'uomo ad agire secondo i prorpi desideri (Sara costringe Abramo a dormire con la sua serva Agar, dalla quale nacque poi Ismaele, per paura di restare senza discendenza)....tocca poi sempre al Signore, all'Eterno, per il grande amore che Egli ci porta, a ristabilire il patto - Egli infatti trae sempre il bene dal male - Dio benedisse anche Ismaele facendolo diventare padre di molte nazioni, non lo lasciò dunque senza eredità, poichè, amò anche lui e sua madre Agar. Ma il piano di Dio deviato dalla nostra intemperanza, deve compiersi per il nostro amore e per la Sua decisione, con scelte a volte anche dolorose, ma che devono essere compiute per il nostro bene e per l'adempimento definitivo e finale della promessa, la quale, ricordiamo, per la nostra intromissione, abbiamo allontanato e deviato...
Ecco allora che alla promessa di un figlio a quell'età, Abrahamo rise apertamente e sara rise dentro di sè. Certo, non un riso di scherno, ma d'incredulità.. Il figlio di quella promessa, l'Isacco promesso sembrava una cosa impossibile umanamente da concepire.
E invece, il figlio che non c'era, arrivò, per adempiere i piani di Dio, nonostante Abrahamo e Sara, nonostante noi, quando ogni giorno, scoraggiati e non riuscendo ad adoperare la giusta fede, proclamiamo "non è possibile".
Il Signore proclama invece a voce alta: E' Possibile. Io sono il Dio dell'impossibile, Io tutto posso, Io sono il Dio potente, l'Onnipotente, se avrai fede in me, se obbedirai e camminerai nelle mie vie, il Figlio della promessa sarà per te, la promessa sarà tua e tu mi glorificherai"...
Alleluja Signore, aiutaci a credere, come dice la Tua Parola, nel Nuovo Testamento, "sovvieni alla nostra incedulità", facci ancora sperare e camminare nei tuoi dolci dettati e gioire a piene mani dell'adempimento di ogni tua promessa, non importa ciò che vediamo, ma quanto TU ci dici e prometti e consenti così che rispondiamo alla chiamata facendo la volontà Tua!
Amen e gloria al Suo nome.
Amen e gloria al Suo nome.
Dio vi benedica!
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