Il Leone della Tribù di Giuda

Il Leone della Tribù di Giuda
Apocalisse 1:7 Ecco, egli viene con le nuvole; ed ogni occhio lo vedrà; lo vedranno anche quelli che lo trafissero, e tutte le tribù della terra faranno cordoglio per lui. Sì, Amen. Apocalisse 1:8 Io son l’Alfa e l’Omega, dice il Signore Iddio che è, che era e che viene, l’Onnipotente...... Maranathà, Gesù viene...

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giovedì 22 settembre 2011

Fertilizziamo il mondo! - Culto di giovedì 22 settembre


Marco 4

1 Di nuovo si mise a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva. 2 Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: 3 «Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare. 4 Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. 5 Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era molta terra, e subito spuntò perché non c'era un terreno profondo; 6 ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. 7 Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. 8 E un'altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno». 9 E diceva: «Chi ha orecchi per intendere intenda!».
10 Quando poi fu solo, i suoi insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli disse loro: 11 «A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole, 12 perché:
guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano,
perché non si convertano e venga loro perdonato
».

13 Continuò dicendo loro: «Se non comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre parabole? 14 Il seminatore semina la parola. 15 Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l'ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro. 16 Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia, 17 ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono. 18 Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, 19 ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l'inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto. 20 Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l'accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno».
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Fertilizziamo il mondo (predicazione di Enzo Di Giuseppe)
La parabola suddescritta ci parla del SEME, vale a dire la PAROLA DI DIO. Il Seminatore è Gesù, ma lo siamo anche noi stessi. Il Seme, la Parola, viene sparso su differenti terreni, ma non sempre attecchisce e i motivi sono tanti e disparati, ma soprattutto, il pericolo sta nel sopraggiungere del maligno che, se il seme/parola non radica subito, bene e profondamente, farà tutto il suo possibile per "rubare" e portar via il seminato...

Ma non tutti coloro che si sono persi per strada, o che hanno indurito il cuore, o che si sono fatti soffocare dalle spine, perderanno l'opportunità celeste...per ovviare a questa possibilità c'è infatti bisogno di utilizzare del fertilizzante, un prodotto che spinga la crescita,  la potenzi, la velocizzi, la sostenga. Il fertilizzante ha ovviamante bisogno del fertilizzatore, eccoci chiamati in causa: fertilizzare è la parola chiave, fertilizzare con una telefonata, con una parola al momento opportuno, con una visita, con l'impegno di un pò del nostro "tanto prezioso" tempo....Quella goccia di fertilizzante farà miracoli, otterrà risultati che nemmeno immaginiamo, e questo non solo con le anime nuove che hanno bisogno di essere CONTINUAMENTE  fertilizzate, ma anche con coloro che sono rimasti per strada, sulla roccia, sotto le spine. Richiamiamo i fratelli e le sorelle che non stanno più venendo in chiesa, facciamoci sentire da loro, che avvertano il nostro amore, la nostra comprensione, il nostro fertilizzante li risolleverà.

E che dire del fertilizzante da usare con quei fratelli e sorelle che sono abbattuti, scoraggiati, soli, messi da parte, un pò "invisibili", con loro il nostro fertilizzante è l'amore. Attenzione però a non SIMULARE l'amore, fatto solo di sorrisini dopo il culto, e pacche sulle spalle seguiti da un completo disinteresse. Dimostriamolo questo amore, d'altra parte un amore non palesato difficilmente è amore.

Fertilizziamo con la gioia, con l'allegrezza, con la buona volontà. Il non amare fa soffrire prima noi e il non essere amati non è previsto nelle nostre chiese, nelle famiglie cristiane. Impegniamoci dunque a "fertilizzare", se anche un fratello o una sorella non ci piace del tutto, fertilizziamo allora noi stessi con la preghiera e chiediamo al Padre Nostro che tutto conosce, di bruciare ogni radice velenosa che infetta il corpo di Cristo.
Utilizziamo anche l'insetticida contro il nemico delle anime nostre, vale a dire la preghiera, molto può la preghiera del giusto fatta con efficacia! <3



Il nostro interesse, l'amore per gli altri è il fertilizzante, l'unico fertilizzante. La preghiera invece è l'insetticida contro ogni insidia e attacco. E così, anche quelli che sembravano non essere cresciuti nella semina, giungeranno al terreno produttivo, arato, innaffiato, curato, fertilizzato e come dice la Parola, porteranno frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno!!!
DIO CI BENEDICA!

martedì 20 settembre 2011

La Chiamata - Culto domenica 11 settembre



Matteo 4:18-20

Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono.
Gesù stava passeggiando quando vide questi due uomini alle prese con le reti e li scelse, in un attimo. Li chiamò in pratica, li scelse e li chiamò ad una vita nuova, completamente diversa, ma non facile, anzi, difficile, ma anche piena di onori....A quale chiamata dunque abbiamo risposto noi? Qual'è la chiamata che Dio ha posto sulla nostra vita?Di certo il Signore ci ha chiamati a seguirlo e soprattutto a FARE DELLE SCELTE. Non possiamo seguire Gesù infatti senza operare delle scelte ben precise, a scegliere un percorso personale assolutamente diverso dagli altri, in pratica ci ha chiamati ad una vita santa. Gesù disse: siete pescatori di pesci, io vi farò pescatori di uomini vivi! Se la nostra vita è dunque arresa al Padre, la chiamata resterà viva in noi e soprattutto ricca di benedizioni, perchè, ricordiamolo, le benedizioni di Dio non sono per tutti ma sono per i figli Suoi. Ma torniamo al testo, quando Dio scelse Pietro e Andrea non fece loro alcuna promessa, li chiamò solo, perentoriamente, eppure essi lo seguirono senza esitare, trascinati da una volontà più forte di loro, di servire e amare quell'uomo che li stava chiamando.


Quanto a noi invece, al contrario, Gesù ci ha riempiti di promesse, promesse vive e veraci che Dio non vede l'ora di attuare nella nostra vita. Che privilegio che abbiamo rispetto a Pietro e Andrea, loro seppero intuire che stava accadendo qualcosa di estremamente importante e noi, cosa riteniamo sia più importante per il bene della nostra vita? L'Eterno ha bisogno di uomini e donne coraggiosi, che hanno questo sentimento "avventuroso", uomini e donne che lasciano tutto dietro sè per Lui, per amarLo, servirLo e farsi amare da Lui, e di certo ne acquisteranno cento volte tanto. Sforziamoci di lasciare, sforziamoci di avvicinarci a Dio, se facciamo un solo passo verso il Signore, Egli ne farà cento verso di noi. 

Questo passo ci consente una giusta riflessione, soffermiamoci e poniamo a noi stessi delle domande: - Sto servendo il Signore? - Ho messo il Signore al primo posto?
- Cosa devo "lasciare" per rispondere ogni volta alla chiamata di dio?Dio dice ad ognuno di noi: SEGUIMI! Se Egli è vivo nella nostra vita, se conserva la priorità sui nostri desideri, affetti, necessità, se sappiamo abbandonare le cose superflue di questa vita per onorarLO, allora NON TEMIAMO, EGLI, JEOVA JAIRA, PROVVEDERA' A TUTTI I NOSTRI BISOGNI. Rinnoviamo con Gesù la nostra chiamata: cosa ci ha chiamati a fare il Padre? Dove ci ha chiamati ad operare, con chi? Essere Chiamati dall'Eterno è il più grande e importante onore che un uomo possa ricevere. Non perdiamo l'occasione di essere viventi in CRISTO!!!
Dio ci benedica.

martedì 6 settembre 2011

La fede che vince tutto - Culto di Domenica 3 settembre

Atti degli Apostoli 27: 20-35

Più giorni passarono senza veder né sole né stelle; la tempesta infuriava su noi; già perduta era ogni speranza di salvarci.
21 E poiché si stava da un pezzo senza prender cibo, Paolo, ritto in mezzo a quelli, disse: «Uomini, bisognava darmi ascolto, e non partire da Creta; vi sareste risparmiati questo strapazzo e questo danno.
22 Ma ora vi conforto a star di buon animo, giacchè nessuno di voi perirà, e solo la nave andrà perduta.
23 Mi è apparso proprio questa notte un angelo di quel Dio, di cui io sono e a cui servo,
24 dicendomi: - Paolo, non temere; tu devi comparire dinanzi a Cesare; ed ecco, Dio t'ha fatto dono di tutti quelli che navigano con te.-
25 Perciò, uomini, fatevi animo, perché ho fede in Dio che avverrà così, come m'è stato detto.

La Fede che vince tutto
L'Apostolo Paolo stava recandosi a Roma per presentarsi a Cesare, ma una gran tempesta infuriava sul mare e sulla nave. Tutto l'equipaggio era in preda al panico e Paolo fu costretto ad affermare che se gli avessero dato ascolto (nel capitolo precedente Paolo infatti ammonisce dal partire) non si sarebbero trovati in pericolo.
Il paragone con le nostre vite è evidente: non sappiamo mai da quali pericoli Dio ci scampa, solo Lui infatti conosce il futuro e cosa c'è dietro l'angolo, dunque non ribelliamoci ai Suoi consigli, non siamo ribelli alle Sue indicazioni, perchè non sappiamo, ma Lui sì, a cosa potremmo andare incontro.
Spesso per raggiungere un obiettivo siamo disposti a tutto, ci facciamo le nostre ragioni, e commettiamo, il più delle volte numerosi errori, se invece ci facessimo guidare, volti alle scelte indicate dal Padre saremmo per certo agevolati anche nel cammino della vita, con decisioni più sagge, controllate, che arrivano per certo, in porto.
A Paolo però appare un angelo che lo rassicura sul destino della sua vita e dell'equipaggio, e questo perchè nonostante l'ostacolo, Dio aveva già preparato un piano per l'apostolo di Tarso, e quel progetto doveva compiersi.
Ugualmente per noi, il Signore ha un piano ben preciso per le nostre vite e se la promessa di Dio non si adempie, spesso è perchè siamo proprio noi a deviarne la rotta prevista da Dio stesso.
Paolo duqnue avvisa la ciurma: "Non temete uomini,
state di buon animo, giacchè nessuno di voi perirà, e solo la nave andrà perduta.....ho fede in Dio che avverrà così, come m'è stato detto".
Fede. Noi abbiamo questa fede? O più semplicemente, abbiamo fede? Quando infuria la tempesta riusciamo
 a restare saldi, attaccati alla Parola e alla promessa di Dio? Se pure noi siamo fedeli, per certo Egli ci aiuterà e non ci abbandonerà, e questo è un fatto sicuro!
Certo, l'aiuto di Dio lo riceviamo anche quando sbagliamo e ritorniamo a Lui, a quel punto però il percorso è stato deviato e rallentato e ci vorrà più tempo per raggiungere la meta, ma Dio porterà a termine quell'opera. Ci ama talmente che non rinuncerà a compiere il Suo piano per la nostra vita.
Io ho fede in Dio e credo nel Suo certo intervento. Dillo anche tu!
Dio Ci benedica

venerdì 2 settembre 2011

Le Città Rifugio di Israele - Giovedì 1 settembre 2011

Giosuè capitolo 20: 1-9
Poi il Signore disse a Giosuè:
« Parla agli Israeliti e dì loro: Stabilitevi le città di rifugio, delle quali vi ho parlato per mezzo di Mosè, perché l'omicida che avrà ucciso qualcuno per errore o per inavvertenza, vi si possa rifugiare; vi serviranno di rifugio contro il vendicatore del sangue.
L'omicida fuggirà in una di quelle città e, fermatosi all'ingresso della porta della città, esporrà il suo caso agli anziani di quella città; questi lo accoglieranno presso di loro dentro la città, gli assegneranno una dimora ed egli si stabilirà in mezzo a loro.
Se il vendicatore del sangue lo inseguirà, essi non gli daranno nelle mani l'omicida, perché ha ucciso il prossimo senza averne l'intenzione, senza averlo prima odiato.
L'omicida rimarrà in quella città finché, alla morte del sommo sacerdote, che sarà in funzione in quei giorni, comparirà in giudizio davanti all'assemblea. Allora l'omicida potrà tornarsene e rientrare nella sua città e nella sua casa, nella città da dove era fuggito ».
Consacrarono dunque Kades in Galilea sulle montagne di Nèftali, Sichem sulle montagne di Efraim e Kiriat-Arba, cioè Ebron sulle montagne di Giuda.
Oltre il Giordano, a oriente di Gerico, stabilirono Bezer della tribù di Ruben, nel deserto, sull'altipiano; Ramot in Gàlaad nella tribù di Gad e Golan in Basan, nella tribù di Manàsse.
Queste furono le città stabilite per tutti gli Israeliti e per lo straniero che abita in mezzo a loro, perché chiunque avesse ucciso qualcuno per inavvertenza, potesse rifugiarsi e non morisse per mano del vendicatore del sangue, prima d'essere comparso davanti all'assemblea.



Le sei Città Rifugio di Israele
Leggendo la Bibbia - questo incredibile e meraviglioso Libro ricco di ogni insegnamento e storia - ci accorgeremo che Dio ha davvero pensato a tutto, cercando compatibilmente con quello che erano i tempi storici e la volontà e personalità delgli uomini, di non lasciare nulla al caso. Ci spieghiamo meglio, in questo passo che avete appena letto, si racconta di sei città, in Israele, tra le 48 stabilite, costituite ad utilizzo esclusivo dei rifugiati per delitti involontari, quelli che chiameremo oggi, omicidio colposo. Non trovate sia incredibile?
Il Signore che conosceva le nostre vite e la fallibilità degli eventi umani, aveva addirittura previsto dei luoghi di rifugio per quegli uomini che pur avendo commesso un delitto non se ne erano però macchiati volontariamente, ma egualmente avrebbero potuto ricevere la "giusta" vendetta di un parente prossimo, altresì detto il "vendicatore del sangue", per quanto accaduto.
Dio aveva dunque pensato preventivamente a difendere colui che aveva sbagliato senza volerlo macchiandosi di un grave delitto. Non possiamo non vedere in questo la misericordia e l'amore di Dio verso il Suo popolo che non voleva lasciare l'uomo senza una via di scampo per un errore -  seppur gravissimo - ma non voluto.
Queste città, come abbiamo detto, erano sei, tutte poste sulle alture e ben visibili, poste le une accanto alle altre e raggiungibili in un giorno di cammino a piedi da tutto il territorio. I loro nomi come vedrete, hanno tutti un significato importante e profondo, a dimostrazione, se fosse possibile, ancora una volta che il Signore aveva già preordinato
 ogni cosa per il bene dei figli del suo popolo...come del resto sempre accade nel corso della nostra vita.
Queste le citta:

1) Kades
2) Sichem
3) Ebron
4) Bezer
5) Ramot
6) Golan
- Il significato della prima città è SANTO, il primo attributo di Dio. Un rifugio presso il Santo dunque, dove trovare accoglienza e ospitalità.
- La seconda città significa SPALLA. Vale a dire l'appoggio, il sostegno, la sicurezza di un asilo. Ma anche spalla come il dorso di Gesù che ha caricato su di sè tutti i nostri errori e i nostri peccati...
- Il terzo nome significa COMUNIONE. Il riferimento è chiaro. Il rifugiato avrebbe trovato in quel luogo comunanza, cordialità....
- La quarta città significa FORTEZZA. Un luogo in cui sentirsi al sicuro perchè certi di poter essere riparati dalla vendetta dell'uomo.
- Il quinto nome significa ALTO. Posto in alto, difficile da raggiungere, ma anche più vicino al Cielo.

- Il significato della sesta città invece è GIOIA. Esultanza, pace, riposo, laddove si è sicuri ci sarà una quiete preparata dal Signore.
Il rifugiato avrebbe però dovuto restare in quella città sino alla morte del Sommo Sacerdote in carica in quel luogo, giunto quell'evento avrebbe potuto, se voleva, fare ritorno alla sua città originaria...una sorta di arresti domiciliari odierni.

Alle città in questione, il nostro Pastore Biagio, ne ha aggiunta un'altra, senza nulla togliere al valore della Parola di Dio, vale a dire la Gerusalemme celeste la quale possiede tutte le qualità elencate nelle altre città ed anche di più, e dalla quale nessuno dovrà poi tornare perchè restaerà con Gesù, la sua patria per l'Eternità.

Amen, Alleluja
Dio ci benedica!